Furti e rapine nel pisano, negozi e attività nel mirino: "E' come una inquietante lotteria"
Il direttore di Confcommercio chiede un intervento a coloro che devono garantire la sicurezza sul territorio, dopo i numerosi fatti di cronaca che si sono succeduti nelle ultime settimane. "Nessuno di noi, imprenditori su tutti, possono ancora accettare di vivere e lavorare nella paura generalizzata"
Furti e rapine ormai all'ordine del giorno, con commessi e impiegati minacciati anche con pistole e costretti a consegnare il denaro per evitare terribili conseguenze. “Ormai siamo in presenza di un far west inaccettabile, occorre intervenire urgentemente per dire basta!”. Questo l'appello che Federico Pieragnoli, direttore di ConfcommercioPisa, rivolge pubblicamente a prefetto, questore, sindaco e tutti coloro che hanno il compito di garantire la sicurezza di un territorio, di fronte ai reati che si stanno susseguendo senza tregua nelle ultime settimane. “Gli imprenditori sono sempre più spaventati e soprattutto impotenti di fronte all'esplosione incontrollata di questa violenza, vittime predestinate di una escalation di furti che non ha eguali” sottolinea Pieragnoli, riferendosi ai recenti fatti di cronaca: “E' come una inquietante lotteria che giorno dopo giorno estrae a sorte i malcapitati di turno. Non esiste settore o tipologia di attività commerciale nel territorio pisano che sia immune da questo continuo, quotidiano stillicidio, nel mirino dei malviventi indistintamente negozi e farmacie, bar e banche, tabaccai e autofficine e ogni altro tipo di esercizio commerciale”.
“Che cosa stanno facendo per prevenire questi fenomeni coloro che per legge devono tutelare e garantire la sicurezza e il lavoro degli imprenditori, dei loro dipendenti, degli stessi clienti?” si domanda il direttore Pieragnoli, che non nasconde la propria preoccupazione per l'immediato futuro: “Auspico un intervento deciso e continuativo delle forze dell'ordine, prima che possa accadere qualcosa di ancora più grave. Nessuno di noi, imprenditori su tutti, possono ancora accettare di vivere e lavorare costantemente sotto questo assedio e nella paura generalizzata”.