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Cronaca

Sanità, 'bersagli' centrati e mancati: otto Regioni a confronto sulla valutazione dei sistemi regionali

Presentato il 'Report 2012' del Laboratorio MeS Management e Sanità dell'Istituto di Management del Sant'Anna. Ecco alcuni dati: a confronto Basilicata, Liguria, Marche, provincia autonoma di Bolzano, provincia autonoma di Trento, Toscana, Umbria e Veneto

Otto Regioni si confrontano sulla valutazione dei sistemi sanitari. Il Laboratorio MeS, Management e Sanità, dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha pubblicato il 'Report 2012' sul sistema di valutazione della performance di un network di otto regioni (Basilicata, Liguria, Marche, provincia autonoma di Bolzano, provincia autonoma di Trento, Toscana,  Umbria e Veneto) e ne ha presentato alcuni fra i dati più significativi.  Il sistema di valutazione permette il confronto a livello regionale e aziendale sui circa 160 indicatori, di cui 100 di valutazione, selezionati tramite un processo di condivisione tra le Regioni.

In un’ottica definita 'multidimensionale', i ricercatori del Laboratorio MeS hanno preso in considerazione diverse tematiche: dagli aspetti tipicamente clinico-sanitari agli aspetti economico-finanziari, dall’ascolto della voce dai cittadini e degli operatori agli orientamenti strategici regionali, per migliorare lo stato di salute dei cittadini. Le performance delle varie dimensioni sono riassunte in 60 indicatori di sintesi, rappresentati in forma grafica tramite un 'bersaglio', con cinque fasce di valutazione a seconda della performance conseguita: al centro i punti di forza, corrispondenti alle fasce verdi, mentre nelle aree rosse e arancioni sono indicati i punti di debolezza. La definizione degli standard da parte delle Regioni diventa un punto di partenza per orientare la programmazione sanitaria, mentre il confronto permette di prendere spunti da altre Regioni che hanno performance migliori circa differenti modalità organizzative e di conoscere leve gestionali per impostare nuove strategie. Le Regioni che aderiscono al network, relativamente al 2012, seppur presentando performance differenti, mostrano miglioramenti su buona parte degli indicatori selezionati, soprattutto in Basilicata e Toscana che più strettamente hanno collegato la valutazione ai sistemi di programmazione e incentivazione delle direzioni aziendali.

Di seguito sono disponibili alcuni risultati presentati in maniera sintetica, suddivisi per aree tematiche, non esaustivi ma indicativi delle differenze a livello regionale e aziendale.

Appropriatezza organizzativa

Il tasso di ospedalizzazione diminuisce in tutte le regioni, nello specifico Marche e Basilicata migliorano di più sui ricoveri ordinari, mentre l’attività di day hospital medico - più elevata in Basilicata e in Liguria - si riduce in maniera significativa in queste regioni. In particolare la Basilicata diminuisce da 106 a 100 ricoveri ordinari ogni 1.000 residenti e da 29 a 21 i day-hospital medici. Aumenta l’appropriatezza nelle cure mediche, dimostrando un processo di deospedalizzazione in tutte le regioni, forte soprattutto in Basilicata, dove i ricoveri diagnostici - inappropriati in quanto prestazioni da erogare a livello ambulatoriale - sono calati dal 55% al 41%. Sugli aspetti di appropriatezza chirurgica, invece, migliorano soprattutto Toscana e Umbria; in particolare rispetto ai ricoveri chirurgici, che dovrebbero essere erogati in day surgery anziché in ricovero ordinario, la best practice è la provincia autonoma di Trento con il 74%; ottimo anche il risultato della Liguria con il 67%, la Basilicata si colloca in terza posizione con il 55% mentre ancora con un percorso significativo da fare risulta per la provincia autonoma di Bolzano con il 41%. La variabilità tra le otto regioni diventa ancora più marcata considerando i risultati a livello di aziende sanitarie: si va dal 18% all’84%.

Appropriatezza clinica

La qualità clinica presenta miglioramenti praticamente in tutte le regioni: si riduce la percentuale dei ricoveri ripetuti e migliora la tempestività di intervento per la frattura di femore. Su quest’ultima, pur rimanendo best practice la provincia autonoma di Bolzano, si registra un incremento significativo sia in Toscana, che raggiunge il 70%, sia in Basilicata, dove dal  42% raggiunge il 51%. Questa regione inoltre continua ad avere la migliore performance sugli interventi di asportazione della prostata con tecnica transuretrale, pari al 92%. Riguardo al percorso materno-infantile, per la percentuale di parti cesarei depurati (NTSV), ossia eliminando alcuni fattori complicanti e che possono giustificare il taglio cesareo, si evidenzia che la provincia autonoma di Trento è quella che ricorre meno al cesareo (18%). Ottimi anche i risultati della provincia autonoma di Bolzano e della Toscana, mentre le percentuali di Liguria e Basilicata arrivano quasi al doppio. La Basilicata, comunque, come Marche e Umbria, è riuscita a diminuire il proprio valore dal 39% al 36%. Nel dettaglio per la Basilicata, l’Azienda Ospedaliera San Carlo presenta un valore del 30%, la ASM Matera del 35% mentre il dato più elevato, 42%, si concentra nella ASP Potenza. 

Efficacia assistenziale territoriale

Si apprezzano progressi di tutte le otto regioni sulle attività territoriali: aumenta la presa in carico dei pazienti cronici, riducendo il ricorso al ricovero. Pur rimanendo la Toscana la regione best practice, sono particolare rilevanti i miglioramenti della Basilicata per gli scompensati, della provincia autonoma di Bolzano e ancora della Basilicata per i diabetici, di Umbria e di Marche per i pazienti con BPCO (Bronco preumopatia cronica ostruttiva). In particolare i ricoveri dei pazienti lucani scompensati calano da 366 a 267 per 100.000 residenti; quelli dei diabetici da 49 a 32 e quelli per BPCO da 68 a 51, dimostrando una migliore efficacia delle attività territoriali. I dati indicano anche un potenziamento dell’integrazione fra ospedale e territorio; l’indicatore 'tasso di ospedalizzazione dei ricoveri oltre 30 giorni', che misura in maniera indiretta la capacità ricettiva del territorio e la continuità assistenziale, in particolare per i cosiddetti 'ricoveri sociali', migliora in tutte le regioni. Ottime le valutazioni per Toscana (0,71 ricoverati ogni 1.000 residenti) e Basilicata (0,87), scarse per la Liguria (1,62). Tra le aziende sanitarie lucane, la ASP Potenza ha un valore di 0,88 mentre la ASM Matera di 1,22.  

Prevenzione

Si monitorano il raggiungimento di obiettivi di prevenzione e di promozione della salute: oltre al programma di screening oncologici, nell’anno preso in considerazione sono stati introdotti nuovi indicatori sulle malattie infettive e alcuni sulla copertura vaccinale, come il vaccino contro il papilloma virus (HPV), l’antipneumococcico e l’antimeningococcico. Nello specifico, per il vaccino contro l’infezione da meningococco il Veneto presenta la migliore performance con il 94% dei bambini sotto i 2 anni vaccinati, seguita a ruota da Umbria e Toscana che hanno alte percentuali; all’opposto, Bolzano con il 61%. Il dato di Bolzano si conferma basso anche per le altre vaccinazioni per una scelta consapevole di una parte della popolazione, sia genitori che medici, contraria alla vaccinazioni di massa. Nello specifico, la Basilicata raggiunge l’86% ed in particolare la ASP Potenza l’88% mentre la ASM Matera l’84%. La Basilicata, inoltre, è best practice nella copertura del vaccino antipneumococco con una percentuale che raggiunge il  98,5%.

Farmaceutica

La spesa territoriale pro-capite è l’indicatore chiave per il perseguimento degli obiettivi di razionalizzazione e di contenimento della spesa farmaceutica: Bolzano è la regione dove storicamente si spende meno e meglio per i farmaci, con 148 euro pro-capite, ma anche Veneto, Trento e Liguria registrano ottime performance; al lato opposto la Basilicata ha una spesa pro-capite di 240 euro. Tutte le Regioni hanno abbattuto i costi rispetto al 2011, la Basilicata in particolare dell’8% (da 260 a 240 euro pro-capite). Riguardo all’efficienza prescrittiva, le Regioni hanno incrementato il consumo di farmaci a brevetto scaduto in quasi tutte le categorie monitorate; fanno eccezione i sartani (per l’abbassamento della pressione) e gli ace-inibitori per i quali, invece, sono calate le percentuali di farmaci generici in alcune regioni come Liguria e provincia autonoma di Bolzano. Anche sul lato dell’appropriatezza prescrittiva vi sono andamenti contrastanti: migliorano tutte le regioni sul corretto utilizzo di statine, antidepressivi e antibiotici, mentre sono in peggioramento sugli inibitori di pompa protonica (farmaci per il trattamento l’ulcera e del reflussoi) e sartani. 

Il report 2012 è disponibile sul sito del Laboratorio MeS  www.meslab.sssup.it.

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