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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Università e ricerca: sguardi, gesti e movimenti per insegnare le lingue straniere

Un gruppo di ricerca dell'Università di Pisa analizza i segnali non verbali della comunicazione per valorizzare un nuovo approccio alla didattica nell'ambito dell'insegnamento delle lingue straniere

Sfruttare i segnali non verbali, come gli sguardi, i gesti e i movimenti corporei, per un insegnamento più efficace delle lingue straniere. E' questo l’obiettivo di una ricerca condotta all’Università di Pisa che, con un approccio 'multimodale', mira a valorizzare nella didattica le risorse non linguistiche che accompagnano la comunicazione. Il punto su questo filone di studi è stato fatto a Pisa in occasione di un workshop che si è svolto presso il dipartimento di Filologia, organizzato da Belinda Crawford, docente di Lingua inglese dell’Ateneo pisano.

"Sulla scia dei profondi cambiamenti nel nostro modo di comunicare, che vede l’utilizzo di mezzi digitali sempre più sofisticati - spiega la professoressa Crawford - negli ultimi anni c’è stato un interesse crescente nella multimodalità non solo come tema di ricerca in vari contesti discorsivi, ma anche come approccio per rendere più efficace la didattica nell’ambito dell’insegnamento delle lingue".

Grazie allo sviluppo progressivo della comunicazione digitale, le risorse multimodali e multimediali che forniscono un input di grande appeal per gli studenti sono sempre più numerose. Basta pensare a video clip estratti da film, serie televisive, documentari, reality show o ai video disponibili sui siti dei media di informazione come la Bbc o la Cnn. "Per fare un esempio - aggiunge la professoressa Crawford - per aiutare gli studenti a comprendere il significato del verbo frasale 'crowd out' (escludere con forza) utilizzato durante una conferenza TedTalk, possiamo focalizzare l'attenzione sul gesto che accompagna le parole, cioè un movimento ampio del braccio verso l'esterno, che rappresenta visivamente il concetto a livello sia iconico sia metaforico. A livello della comprensione, la capacità di sfruttare i segnali non verbali è particolarmente importante quando l’input linguistico contiene elementi che spesso creano ostacoli, come espressioni idiomatiche, l’uso dell’umorismo, metafore, strategie retoriche che caratterizzano diverse situazioni comunicative e ambiti discorsivi".

La ricerca si colloca nelle recenti iniziative promosse dal Centro Linguistico di Ateneo che comprendono il Progetto CAP (Corpora audiovisivi plurilingui per lo sviluppo di percorsi didattici in autoapprendimento) e l’accordo recentemente stabilito con il Centro Linguistico dell'Università di Berkeley, in California, per la collaborazione allo sviluppo della Berkeley Language Center Library of Foreign Language Film Clips (LFLFC).

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