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Cronaca Cisanello

Riciclo chimico della plastica: una nuova ricerca dell'Università di Pisa

Un lavoro pubblicato dal gruppo dei professori Ciancaleoni e Martinelli, associati presso l'Ateneo pisano, ha dimostrato di essere efficace nella depolimerizzazione del PET, il polimero con cui vengono fatte bottiglie e tessuti, e quindi nel suo riciclo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Il gruppo di ricerca coordinato dal professor Gianluca Ciancaleoni, associato presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, con la collaborazione della professoressa Elisa Martinelli dello stesso Dipartimento e del Dr. Matteo Tiecco dell'Università di Camerino, ha pubblicato di recente un lavoro riguardante il riciclo chimico del PET, il polimero con cui si fanno le bottiglie e alcuini tessuti di uso quotidiano (tra cui il poliestere). La ricerca, apparsa sul prestigioso giornale internazionale Chemical Engineering Journal (impact factor 16.74), mostra come un liquido di nuova generazione, ideato, preparato e caratterizzato per la prima volta proprio nel laboratorio del prof. Ciancaleoni, sia particolarmente efficace nel distruggere la plastica, dando come prodotti acido tereftalico ed etilen glicole. Si parla di "riciclo chimico" perchè proprio a partire da questi due composti si può facilmente riformare il PET, con una qualità inalterata rispetto al polimero "vergine". In questo modo si potrebbero superare alcuni punti critici del tradizionale riciclo meccanico attualmente in funzione, che tende a produrre un PET riciclato di qualità inferiore a quello "vergine". Il liquido utilizzato, a base di cloruro di ferro (poco tossico ed abbastanza economico) ha mostrato spiccate caratteristiche acide ed è stato caratterizzato come facente parte di una nuova famiglia di solventi, i cosiddetti solventi eutettici profondi (deep eutectic solvents, in inglese, o DES) che promettono di rivoluzionare diversi processi industriali nei prossimi anni. È stato dimostrato che riesce a depolimerizzare il PET già a soli 100 gradi (rispetto ai 180 generalmente utilizzati) e in tempo che va dai 60 ai 180 minuti di reazione, a seconda dei componenti utilizzati (il lavoro originale si può trovare al seguente link: https://doi.org/10.1016/j.cej.2022.141092). La ricerca sta attualmente continuando grazie ad un progetto di dottorato affidato al Dr. Marco Rollo, primo autore del lavoro, con lo scopo di abbassarne il costo di produzione, migliorarne le proprietà verso il PET ed altri tipi di polimeri, e, non ultimo, verificarne l'applicabilità su scala industriale.

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