"Entravi in punta di piedi nella vita degli altri e gliela cambiavi per sempre": la struggente dedica del compagno a Barbara
Michele Bellandi ha ricordato, tra vita professionale e vita privata, la psichiatra uccisa all'uscita dal lavoro
"Amore mio non so neanche da dove iniziare, come fare a dire delle cose che possano renderti giustizia, che possano far, se non capire, almeno intuire chi era Barbara. La poliedricità della tua personalità, le sue infinite sfaccetature e allo stesso tempo la tua gentile semplicità che ti rendeva accessibile ed aperta a tutti, senza eccezioni". Inizia così la struggente dedica di Michele Bellandi per la compagna Barbara Capovani, la psichiatra uccisa all'uscita dal lavoro all'ospedale Santa Chiara a Pisa. Domenica, nel cortile del Palazzo della Sapienza, tanti tra familiari, colleghi e amici hanno voluto dare l'ultimo saluto alla dottoressa.
"Eri cosi piccina, con quel tuo corpicino esile ma anche forte e scattante: un moto perpetuo, quasi impossibile da fermare, tanto che in famiglia ti avevamo soprannominata Kangurina ( con la K). Bloccarti era compito arduo, farti stare ferma un’impresa monumentale - prosegue Michele Bellandi - piccina è vero ma in realtà un vero gigante: entravi in punta di piedi nella vita degli altri e gliela cambiavi per sempre, come per magia, in un istante: la tua curiosità, la tua intelligenza. Il tuo coraggio ed il tuo intuito, la tua voglia di aiutare ti rendevano in grado di capire le situazioni e trovare soluzioni sempre e per tutti. Così in un attimo diventavi un punto di riferimento, e quelle persone che fino a poco prima non ti conoscevano, improvvisamente non potevamo più fare a meno di te".
"La tua dedizione al lavoro poi era totale. Non facevi il medico, eri nata medico: a 6 anni avevi deciso che avresti fatto la psichiatra e così è stato. La tua era una missione in cui hai sempre dato tutta te stessa. Non ti interessava la gloria personale, i soldi, rifuggivi l’apparire sui giornali. Eri pura sostanza, eri il fare verso l’apparire, avevi mille idee e una capacitàdi risolvere i problemi ineguagliabile. Cio’ che ti guidava, come mi dicevi spesso, era 'fare la cosa giusta, se cerchi di fare la cosa giusta tutto diventa più semplice'. Certo eri anche testarda e di una determinazione incrollabile ma soprattutto coraggiosa. Nessuna minaccia, nessuna offesa, ti scalfiva".
Il compagno ricorda come Barbara non agisse "mai per interesse personale ma solo con l’idea e la proccupazione di far star bene i tuoi pazienti, proteggere I tuoi colleghi, appunto con l’idea di 'fare la cosa giusta'. Per questo eri imbattibile".
Il compagno ricorda come Barbara non agisse "mai per interesse personale ma solo con l’idea e la proccupazione di far star bene i tuoi pazienti, proteggere I tuoi colleghi, appunto con l’idea di 'fare la cosa giusta'. Per questo eri imbattibile".
Poi il lato più intimo e familiare. "Eri la nostra stella cometa, eri la luce della famiglia, dedicavi tempo a ciascuno, individualmente e poi tutti insieme, eri il centro delle nostre chiaccherate, con le tue affermazioni non di rado provocatorie. Spesso criticata, poche volte 'riconosciuta' - almeno non in quel contesto - per tutto ciò che facevi per noi, come tutti i grandi leader. Ci dicevamo spesso che da soli saremmo stati due 'disgraziati' ma che insieme eravamo invincibili. Spero di trovare la forza per continuare ad esserlo anche senza di te al mio fianco, soprattutto per prendermi cura di ciò che era la tua preoccupazione più grande: 'I tuoi bambini'. Grazie per avermi accettato incondizionatamente, cosi come sono, ben conscia di tutti i miei difetti; grazie per tutto quello che mi hai insegnato e per aver lasciato a me e a tutti noi un esempio indelebile - conclude Michele Bellandi - amore mio tu sarai qui, con noi, per sempre".