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Cronaca

Omicidio Capovani, il presidente Sds: "Ferita enorme, per noi un'amica e un medico di straordinaria umanità"

Il ricordo di Sergio Di Maio a nome di tanti colleghi della Società della Salute con cui la dottoressa Barbara Capovani collaborava

“Barbara non c’è più e siamo tutti quanti enormemente più poveri. Prima di tutto la sua famiglia e i figli, cui va il  più sincero e commosso abbraccio e la vicinanza di tutta la SdS Pisana”. Sono le parole del presidente della Società della Salute Sergio Di Maio che ricorda la dottoressa Barbara Capovani, massacrata all'uscita dal lavoro all'ospedale Santa Chiara di Pisa, “a nome e per conto di tutta la Zona Pisana: dalla direttrice Sabina Ghilli a tutti i funzionari e gli operatori, inclusi quelli delle realtà del terzo settore impegnate nella gestione dei servizi della Zona Pisana con cui la dottoressa Capovani ha lavorato gomito a gomito fino a poche ore prima di essere barbaramente uccisa”.

Per dire, però, che “la sua scomparsa è una ferita enorme e lascia un vuoto quasi incolmabile in tutta la Zona Pisana: Barbara era prima di tutto un’amica di tanti di noi e poi un medico di straordinaria competenza e umanità, sostenitrice di una sanità pubblica davvero al servizio di tutti, a cominciare dai più fragili. Penso in particolare all’appoggio appassionato e convinto che ha dato al lavoro di Progetto Homeless e dell’unità di strada della SdS Pisana - continua Di Maio - nessuno meglio di lei aveva chiaro quanto la piaga del disagio psichico mini le possibilità di autonomia e di reinserimento sociale di chi vive in strada e le enormi difficoltà nell’assicurare continuità di cura e assistenza a chi si trova in tale condizione”.

Basta scorrere la chat in cui amministratori, assistenti sociali, operatori di strada, della Polizia Municipale, del SerD e  del servizio psichiatrico dell’Ausl e dell’Azienda Ospedaliera condividono le informazioni sulle persone senza dimora che gravitano sul territorio pisano per rendersene conto. Luglio 2021: “Non possiamo trovare una soluzione per questo ragazzo?” scrive un amministratore. E lei subito che s’informa: “Ha anche patologie psichiatriche? Quanti anni ha? E’ autonomo?”.  Novembre dello stesso anno: “Abbiamo dovuto portare Caio al Comando perché era molto agitato’’ scrive un operatore di strada. “Va bene, mando subito la dottoressa Tizia’’ risponde pochi minuti dopo. E ancora: “Sì l’ho visto due sere fa e di nuovo oggi. Vi manderò a breve una relazione’’, scrive con riferimento a un homeless con disturbi psichici di passaggio a Pisa.  E così via fino al febbraio scorso: “Per piacere, se qualcuno vedesse in centro la tale mi potrebbe chiamare?".

"Barbara era così, un medico che intendeva davvero la sanità pubblica come sanità per tutti - ribadisce Di Maio - basti ricordare che, nel novembre di tre anni fa, in piena pandemia, s’inventò anche un pronto soccorso psicologico, telefonico, per le persone in isolamento domiciliare in quanto positive al Covid-19”.

"Ora è il momento del lutto e dell’abbraccio per la scomparsa di una professionista e di un medico straordinario - conclude il presidente della SdS - subito dopo, però, sarà necessario proseguire la riflessione su come sia stato possibile un omicidio così efferato ai danni di un medico che era appena uscito dal lavoro e sui rischi che corrono i professionisti della sanità. Poi sarebbe anche a nostro avviso importante fare in modo che di Barbara Capovani, persona splendida e medico straordinario, non svanisse la memoria: sarebbe significativo che vi fosse un luogo o un evento che ci aiuti a custodirne e attualizzarne l’eredità. Perché la dottoressa Capovani ci ha lasciato un patrimonio di competenza e umanità che abbiamo il dovere di non disperdere”.

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