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Cronaca

Ungulati, gli ambientalisti: "Sono i cacciatori la causa dell'aumento degli esemplari"

WWF e Legambiente rispondono a chi chiede un incremento della caccia per ridurre la popolazione di cinghiali presenti nelle campagne toscane. "Recinzioni elettriche, foraggiamento dissuasivo e il controllo della fertilità sono metodi efficaci"

Dopo la morte avvenuta la scorsa settimana di un 39enne che con la sua auto si è scontrato contro un cinghiale lungo la provinciale a Castellina Marittima, si sono sommate le proteste e le proclamazioni di guerra contro gli ungulati. Ma se da un lato soprattutto Coldiretti chiede abbattimenti maggiori e possibilità di cacciare anche nelle zone di riserva, dall'altro lato Legambiente Valdera e WWF Alta Toscana puntano il dito soprattutto contro i cacciatori e le associazioni venatorie, responsabili di aver portato una prolificazione senza regola dei cinghiali. "Per quasi un ventennio gli enti provinciali, su pressione delle associazioni venatorie, hanno reintrodotto nelle aree di ripopolamento soggetti provenienti da allevamenti e perfino ibridati con maiali di origine balcanica; questi ungulati hanno completamente soppiantato la specie autoctona per la loro prolificità - sottolineano le due associazioni ambientaliste - inoltre la cattiva abitudine di alcuni cacciatori di alimentare artificialmente i cinghiali in inverno sommata a stagioni poco fredde ha portato ad un aumento del cibo a disposizione degli ungulati e di conseguenza all'aumento della popolazione. I colpevoli dei danni causati da questi animali sono quindi in parte i cacciatori, che per loro sadico divertimento hanno foraggiato l’accrescimento della popolazione di ungulati".

"A seguito degli ultimi tragici eventi i rappresentanti delle associazioni venatorie, il neo-assessore regionale all'agricoltura ed alcuni rappresentanti del mondo agricolo hanno proposto all'unisono come unica soluzione l’abbattimento indiscriminato di centinaia di migliaia di cinghiali arrivando a proporre la possibilità di cacciare ininterrottamente per un biennio - proseguono le associazioni - è rischioso avventarsi sull'onda dell'emozione su decisioni che dovrebbero essere proprie della riflessione in modo da poter attuare strategie praticabili". Le associazioni di contro portano la possibilità di chiudere invece la caccia perchè causa ogni anno incidenti nelle campagne toscane e aggiungono: "La guerra dichiarata agli ungulati in realtà, non risolverebbe nulla. Le ricerche scientifiche più aggiornate dimostrano che la caccia non è un rimedio efficace per contrastare i danni dei cinghiali all'agricoltura, anzi, la perdita della sincronizzazione dell’estro e l’aumento della fecondità, può essere considerata come una causa dei danni stessi. Metodi alternativi, quali recinzioni elettriche, foraggiamento dissuasivo e il controllo della fertilità della fauna selvatica sembrano al contrario essere molto efficaci".
"Il problema dell'eccessiva presenza di cinghiali è serio e va affrontato con intelligenza - concludono da Legambiente e WWF - il controllo della popolazione non può essere affidato ai cacciatori che in questi anni sono stati parte del problema, quindi basta con gli slogan di questi giorni, chiediamo che le istituzioni ascoltino le indicazioni dell'ISPRA e delle associazioni ambientali".


 

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