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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La Commissione Parlamentare sposta gli sfratti al 31 dicembre 2020: protesta Confedilizia Pisa

L'associazione: "Scaricati i problemi sui locatori, che intanto hanno pagato l'Imu"

Deve essere ancora approvato in via definitiva, ma intanto la Commissione Bilancio alla Camera ha votato un emendamento al 'Decreto Rilancio' per un nuovo rinvio degli sfratti: con la nuova normativa la sospensione delle esecuzioni per il rilascio degli immobili per morosità e per finita locazione ad uso abitativo e ad uso commerciale sarà fissata al 31 dicembre 2020. Il Governo con il decreto 'Cura Italia' aveva prima sospeso l'esecuzione degli sfratti fino al 30 giugno, per poi in sede di conversione prorogare il termine fino al primo settembre. Il voto favorevole è stato quello di Liberi e Uguali, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

La misura non piace a Confedilizia Pisa: "La gravità della norma è che il Governo e il Parlamento con questa misura vanno a scaricare su una categoria di privati cittadini, i proprietari degli immobili e locatori, il problemi della categoria dei conduttori: siano essi abitativi che commerciali. Lo Stato invece che cercare di trovare forme per sostenere e garantire entrambe le parti contrattuali decide di deresponsabilizzarsi e scaricare tutto sui proprietari locatori che non possono eseguire dei provvedimenti giudiziari legittimamente ottenuti all'interno di un procedimento civile, che ha visto la sua conclusione con il titolo esecutivo costituito dalla convalida. Se la norma venisse approvata in sede di conversione si arriverebbe alla sospensione per quasi un anno".

L'associazione parla di "locatori di immobili dimenticati e vessati dallo Stato", in quanto "la misura come prevista, oltre che essere irragionevole e gravosa, non prevede distinzione tra i soggetti destinatari di questa sospensione: per assurdo, potrebbe giovarsi di questa sospensione anche un dipendente pubblico o privato che ha regolarmente percepito lo stipendio per tutto il periodo o attività professionali o commerciali che non hanno mai cessato l'attività. Il Governo se decide di tutelare solo i conduttori non può farlo scaricando sui locatori gli effetti di questa crisi economica e sociale, andando a fomentare il conflitto sociale tra le parti. Il Governo e il Parlamento ci ripensino, questa è una bomba ad orologeria, ci vuole senso della realtà e soprattutto senso di responsabilità".

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