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Cronaca

Comitato NoMoschea contro i Cobas: "Pensino a tutelare i lavoratori se si ricordano come si fa"

Risposta del Comitato NoMoschea ai Cobas, contrari alla concessione della Sala del Consiglio Comunale della Provincia per il loro dibattito. Cobas: "Spazio pubblico di tolleranza ed integrazione, non il contrario". Comitato: "Non vogliono che parliamo"

"Ma i Cobas vivono sulla terra o su Marte?". Le dichiarazioni del sindacato non sono proprio piaciute al Comitato No Moschea, che ha in programma per oggi un dibattito nella Sala del Consiglio Comunale della Provincia. Tale location era stata aspramente criticata dai Cobas in quanto definito luogo di "integrazione, solidarietà, tolleranza ed integrazione", valori espressi che sarebbero "antitetici a quelli sostenuti dai NoMoschea". Il gruppo però ribatte: "Curioso che contestino a noi di negare il diritto ai musulmani di pregare quando loro ci proibirebbero anche di parlare".

"Ma questo sindacato si è accorto che la disoccupazione in Italia è vicina al 13%? – attaccano i NoMoschea – i Cobas sanno che quasi un giovane su due non ha lavoro e che molte categorie non hanno diritti? Ce lo chiediamo perché ci sembra impossibile che un sindacato di fronte ad uno scenario come quello italiano pensi alla nostra iniziativa sulla Moschea e non alla questione lavorativa. Pensino a tutelare i diritti dei lavoratori se ancora si ricordano come si fa".

"Non abbiamo aperto la caccia al mussulmano" ironizza il Comitato, ricordando che "abbiamo chiesto una consultazione popolare, per adesso ignorata dal Comune. Al contrario di quanto credono i Cobas proporremo regole perché senza di esse non possono esistere dialogo e convivenza".

Il comunicato si conclude riprendendo il discorso dell'attentato a Charlie Hebdo: "Ma c’è una cosa che lascia veramente perplessi. Il sindacato di sinistra scrive che noi non avremmo imparato nulla dalla lezione francese. Cosa avremmo dovuto imparare? L’autocensura per la paura di attacchi terroristici? No grazie, noi siamo persone libere e abbiamo la volontà di rimanerlo quindi continueremo a dire serenamente quello che pensiamo. Gli unici intolleranti che vediamo in città sono tutte quelle associazione come i Cobas che vorrebbero metterci il bavaglio perché non siamo allineati al pensiero unico, il loro".

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