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Cronaca

Turismo, guide turistiche in rivolta: a rischio il lavoro di 300 operatori pisani

La legge europea 2013 elimina la specializzazione per ambiti territoriali e prevede un'unica figura per tutto il territorio nazionale, equiparando l'autorizzazione a quelle rilasciate dagli altri stati dell'Unione. Piccini: "Perdita culturale drammatica"

Il Paese con il patrimonio artistico più variopinto del mondo senza guide turistiche locali. E' questo il paradosso che potrebbe crearsi a seguito della legge 97/2013, la cosiddetta Legge Europea 2013, che sancisce gli adempimenti da eseguire per rispettare la normativa dell'Unione Europea. In tale atto è previsto che l'abilitazione professionale a guida turistica, prima vincolata ad ambiti territoriali provinciali o regionali, cioè alla conoscenza di storia e tradizioni locali, sia oggi invece unitaria per tutto il territorio nazionale, equiparata inoltre alla qualifica che un cittadino di un altro Stato dell'Unione può ottenere nel suo paese di origine.

Con una simile previsione una guida straniera può, a pieno diritto, svolgere la sua attività in Italia, senza controlli sulla qualità delle informazioni comunicate e senza pagare i contributi dovuti dagli operatori locali. La legge doveva indicare i siti dove fosse richiesta un'autorizzazione specifica, ma non lo ha mai fatto. Silvia Piccini, presidente delle guide turistiche di Confcommercio Toscana, esprime grande preoccupazione: "Così si perde tantissimo dal punto di vista culturale e di conoscenza diretta del territorio. Si ammazza una figura professionale vitale per una Nazione con il nostro patrimonio artistico. Le nostre guide saranno costrette a girare l'Italia per lavorare, disperdendo ancora di più quel valore aggiunto che le guide locali invece dovrebbero rappresentare".

In Toscana sarebbero a rischio fra i 1700 e i 1800 operatori, 2000 a Firenze e circa 300 a Pisa, su un totale italiano di 20000 unità. Professionisti che hanno sostenuto "corsi specifici a pagamento, con un esame finale. Ben vengano le guide straniere, ma devono seguire la trafila che abbiamo fatto anche noi" sostiene la Piccini. Il provvedimento, che richiede un ulteriore decreto attuativo per divenire operativo, non convince nemmeno sul lato formale. "E' in contrasto con le apposite norme regionali e provinciali – spiega la presidente – proprio perché sono lì previste diverse peculiarità per ogni ambito territoriale. Peraltro questa disciplina vale solo per l'Italia, non c'è reciprocità negli altri Paesi europei. Si sono guardati bene dal farlo: a livello europeo c'è grande interesse ad esercitare in Italia".

Anche il vicesindaco Paolo Ghezzi, al Convegno Nazionale delle Guide Turistiche del 24 marzo tenutosi a Pisa, ha rilevato come la legge vada "nella direzione opposta a quella che noi abbiamo intrapreso. Ci interessa che la professione di guida turistica venga esercitata al meglio. Vogliamo quel valore aggiunto che nasce dal conoscere bene ed amare le cose di cui si parla". Silvia Piccini ribadisce quindi un secco "no alla guida nazionale, serve una revisione della legge ed una concertazione con le categorie, anche per la classificazione dei luoghi dove serve una preparazione specifica. Si sentono cose drammatiche nelle spiegazioni di certe guide straniere, non possiamo sopportare una così grande beffa per la nostra cultura locale".

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