Dalla foresta di Sherwood alla metropoli post-guerra: in scena 'Robin Hood - L'eroe muore sempre per ultimo'
Sabato 12 e domenica 13 marzo al Teatro Nuovo-Binario Vivo arriva un Robin Hood moderno e disilluso, che agisce in un futuro apocalittico non troppo lontano dal presente
'Robin Hood - L'eroe muore sempre per ultimo', in scena al Teatro Nuovo-Binario Vivo sabato 12 e domenica 13 marzo, è la nuova produzione della compagnia 'Binario Vivo'. La storia è ambientata in un futuro irreale ma non troppo. In questa storia l'eroe della leggenda 'è abbandonato a sè stesso - spiega Carlo Scorrano, regista dello spettacolo e direttore del Teatro Nuovo-Binario Vivo - e non crede più nelle persone. È disperato per aver perso l'amata Marian, che sarà soltanto nella sua testa. Little John incarna la speranza, mentre Fra Tuck è colluso con il potere, spaccia eroina e pensa solo a se stesso. Il messaggio dello spettacolo mette in luce ciò che manca nella società di oggi: la responsabilità e la partecipazione attiva. La scena prende il via da una situazione post guerra. A settembre, quando abbiamo cominciato, sembrava lontana, distopica. Ora è drammaticamente la realtà'. A raccontare i loro personaggi Andrea Fiorentini (Robin Hood), Gianna Landucci (Marian) e Fabio Buonocore (Little John). Sul palco anche Francesco Pelosini (Fra Tuck). Il testo è di Federico Malvaldi, regia di Carlo Scorrano, musiche Marco Zaninello, scenografie David Delia, costumi Carolina Paterni, luci Attila Horvath.