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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Pisanova / Via Carlo Matteucci

Ladri di biciclette in roulotte: "Tutte menzogne, siamo persone oneste"

Parlano i due "aggiustatori" di biciclette che lavorano nella roulotte vicino a Media World: hanno perso molti clienti a causa di dicerie sulla presunta origine delle due ruote. Ecco cosa hanno raccontato a Pisatoday

Sarà vero che le persone della roulotte dietro la Media World vendono bici rubate? "Questa storia è un problema vecchio di cui mi occupai già due-tre anni fa, ma posso dire con certezza che non c'è una sola bici che sia mai stata rubata e rivenduta da quelle persone". Ad affermarlo è l'ispettore della Polizia Giudiziaria, Sergio Deri, che conclude: "Sono solo persone che hanno bisogno di aiuto".

Dopo le svariate dicerie e segnalazioni, a parlare sono proprio i protagonisti della vicenda: Grazia Boraco e Modesto Garau, lei pisana e lui di origine sarda. Due persone che nella vita ne hanno passate tante e che da anni vendono biciclette a studenti, uomini, donne e ragazzi che le hanno sempre acquistate senza problemi fino a quando non si è sparsa la voce che la vendita non fosse del tutto legale.
"Queste bici non sono rubate! Noi le ricicliamo. Le compriamo scassate e arruginite poi le aggiustiamo, rivendendole a una cinquantina di euro l'una. Diamo loro un'altra vita. Modesto ci fa un grande lavoro da meccanico - afferma rammaricata Grazia - siamo stufi di essere etichettati come dei ladri. Io lavoro dignitosamente, vivendo in condizioni precarie: senza acqua, senza gas, senza niente. Sono anni che chiedo una sistemazione migliore ma non vengo ascoltata".

La donna vive nella roulotte dal 2004, ci racconta che, in seguito ad una pancreatite, è stata in coma per un anno e al suo risveglio aveva perso tutto: casa e lavoro. Decidendo di ricominciare da capo, da sola e con le proprie forze, compra due vecchie roulotte:  una con un cucinino, l'altra con una branda e un bagno di dimensioni microscopiche. I due mezzi sono perennemente dietro i parcheggi della Media World e sono stati regolarmente registrati già dal 2004 come civile abitazione, con un permesso del comune. La Boraco cominciò ad acquistare vecchi scheletri di bici, aggiustarli e rivenderli.
"La mia non si può definire una vera e propria attività commerciale - dice la donna - è un riciclo di materiali usati e senza più valore. Per questo motivo non abbiamo bisogno di fare una fattura o lo scontrino fiscale. Io sono sempre stata dalla parte dei bisognosi e della gente per bene, non ruberei nemmeno un tozzo di pane".

Le parole della donna sembrano essere confermate da documenti e richieste di aiuto via fax a quotidiani, riviste, politici e importanti trasmissioni televisive che si occupano di queste problematiche. Grazia Boraco da anni chiede un sostegno: non ha acqua per lavarsi, per pulire la roulotte e le stoviglie utilizzate per mangiare. Il suo unico modo per sopravvivere sono i soldi ricavati dalla vendita delle bici, "anche se molte persone del vicinato mi danno una mano, portandomi da mangiare, lavandomi i vestiti e a volte facendomi fare la doccia nelle loro abitazioni. Vivo nella miseria, mi manca poco per prendere i pidocchi".

Mentre parla e mostra le prove di quello che afferma, Modesto Garau aggiusta le bici sotto il sole, con a fianco i due cani e il gatto di proprietà della donna. Ogni tanto qualche ragazzo si avvicina, chiede  ma non compra niente. "Purtroppo non abbiamo più gli stessi clienti di una volta. Siamo alla fame, come facciamo a vivere? - continua a spiegare la donna in balìa della rabbia - queste dicerie cittadine ci hanno stroncato. La gente non viene più a comprare perché ha paura. Ormai credono che siamo dei ladri oppure temono che i Carabinieri possano sopraggiungere da un momento all'altro. Sono seriamente preoccupata anche perchè abbiamo subito maltrattamenti, umiliazioni e violenze da parte delle persone che ci ritengono colpevoli".

Il racconto continua tra le lacrime e molto rammarico. "C'è una parte della città che ci aiuta, ci crede e ci stima ma una parte che ci odia e ci fa del male - afferma convinta la donna - il 16 giugno, la notte di San Ranieri, è successa una cosa drammatica. Alle 23 qualcuno ha lanciato una molotov sulla roulotte mentre dormivo, hanno aspettato che tornassi, hanno aperto il gas e lanciato una sorta di bomba. La parte anteriore della roulotte è andata in fiamme. Se non avessi avuto la prontezza di spegnere il fuoco, sarei morta. Si può continuare a vivere così? Nell'ultimo mese ho perso 13 chili per le preoccupazioni e la paura di ulteriori ritorsioni".

Tra stoviglie sporche, gli scheletri arruginiti di vecchie bici, chiavi inglesi, attrezzi, ruote, copertoni e rottami, Grazia e Modesto sperano di ritrovare quella vecchia clientela che un tempo affollava la roulotte.
Una storia di  accanimento per un presunto giro di bici rubate proprio a Pisa, la capitale del furto dei bicicli.
II film  "Ladri di biciclette" parla di un uomo, Antonio Ricci, a cui veniva rubata la sua due ruote. A causa del furto, non avendo più un mezzo per spostarsi, il protagonista  perderà il suo lavoro di attacchino nel comune di Roma.
Probabilmente Garau non sarebbe stato scritturato da De Sica per interpretare Antonio Ricci ma, per colpa di una bici, il lavoro lo sta perdendo lo stesso.

La roulotte delle biciclette usate

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