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Cronaca

Il 2 luglio partono i saldi estivi, Confcommercio: "Non ci sarà il boom, ma siamo fiduciosi"

A Pisa e provincia ogni famiglia spenderà tra i 180 e i 200 euro

Prendono il via sabato 2 luglio i saldi estivi che proseguiranno per 60 giorni. Interessano 15,5 milioni di famiglie e secondo le stime Confcommercio saranno circa 110.000 le famiglie di Pisa e Provincia che approfitteranno dell'occasione per acquistare capi scontati, per una spesa media prevista tra i 180 euro e i 200 euro a famiglia, in linea con la media nazionale. "Ci aspettiamo di rimanere nella forbice di spesa tra i 180 e i 200 euro prevista a livello nazionale e regionale" afferma il presidente FederModa Confcommercio Pisa e membro della Giunta nazionale FederModa, Lorenzo Nuti. "Negli anni pre-pandemia la spesa era più alta, intorno ai 230 euro a famiglia, ma le aspettative sono alte, c'è fiducia e ottimismo. Nei clienti c'è voglia di ripartenza, considerata la ripresa di eventi e socialità, con acquisti orientati su jeans, camice, capi in lino, abiti per il tempo libero, outfit serali e abiti da cerimonia. I saldi rappresentano da sempre un termometro determinante per le nostre attività, specialmente quest'anno per capire se possiamo parlare effettivamente di ripresa".

Non mancano i timori sui consumi: "Il caro bollette e il timore di ulteriori aumenti potrebbero bloccare qualcuno, ma ricordo che questo è proprio il momento più favorevole per fare acquisti. Visti i continui rincari delle materie prime per il prossimo anno sono previsti aumenti tra il 12 e il 15% e i negozi di moda e calzature non riusciranno a mantenere gli stessi prezzi. Il settore moda è uno dei pochi che ha cercato di mantenere fermi i prezzi, nonostante tutto, ma i prezzi di quest'anno difficilmente saranno replicabili nel 2023". L'appello di Nuti è quello di "diffidare di sconti troppo alti e di affidarsi ai negozi di vicinato che garantiscono servizi di qualità, professionalità e trasparenza". Confcommercio ricorda le regole base in occasione dei saldi:
Cambi. La possibilità di cambiare il capo acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante. Tuttavia, se il prodotto è danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo), scatta l’obbligo per il negoziante di riparazione o sostituzione entro un congruo periodo di tempo, e nel caso ciò risulti impossibile, o se i costi che il venditore dovrebbe sostenere siano spropozionati, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto (entro due anni).
Prova dei capi. Non c'è obbligo. E' rimessa alla discrezionalità del negoziante (non sono più previsti obblighi di effettuare la prova dei prodotti previa disinfezione delle mani e di utilizzo delle mascherine, anche nei camerini).
Pagamenti. Le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante. Dal 30 giugno per chi non accetta pagamenti con bancomat e carta di credito (Decreto Legge n. 36 del 30 aprile 2022) scatteranno sanzioni pari ad una quota fissa di 30 euro, cui va aggiunta una quota pari al 4% del valore della transazione rifiutata.
Prodotti in vendita. I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Indicazione del prezzo. Obbligo del negoziante di indicare prezzo normale di vendita, sconto e prezzo finale.
Riparazioni. In caso di modifiche e/o adattamenti sartoriali alle esigenze della clientela (es: orli, maniche, asole), il costo è a carico del cliente, salvo diversa pattuizione. A questo propostio è opportuno dare preventiva informazione al cliente.

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