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Cronaca

Saldi estivi a Pisa: budget di 220 euro a famiglia

Attese al ribasso di Confcommercio, che richiama al rispetto delle regole: "Provvedimenti seri o siamo a rischio estinzione"

Si avvicina la data del 7 luglio, quando cioè partiranno ufficialmente i saldi estivi in Toscana. Secondo le stime di Confcommercio Pisa, nell'intera provincia il giro d'affari complessivo si attesterà sui 24 milioni di euro, coinvolgendo nelle vendite di fine stagione 110mila famiglie. Abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori ed articoli sportivi saranno i prodotti più cercati, con una spesa media a nucleo familiare di 220 euro e un acquisto pro capite di 96 euro. Sconti medi dal 30% al 50%. A Pisa, l'ammontare degli affari supererà la cifra dei sei milioni di euro, coinvolgendo 28mila famiglie.

"I dati sono al ribasso rispetto al passato - ammette la presidente di Confcommercio Provincia di Pisa e presidente regionale di FederModa Italia Federica Grassini - segno che l'equazione più crisi economica più acquisti in saldo non trova conferma nella realtà. Purtroppo stiamo assistendo ad una crisi del settore profonda, che vede le vendite in diminuzione sia durante la stagione sia duranti saldi. O si prendono provvedimenti seri per venire incontro al nostro settore oppure i negozi al dettaglio rischiano l'estinzione".

Il richiamo della presidente Grassini è soprattutto al rispetto delle regole: "L'effetto saldo è vanificato ogni anno di più da una miriade di offerte presaldi, pubblicizzate senza ritegno dalle grandi catene, in barba al divieto di vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti i saldi. Insomma, a causa di una politica scellerata esistono regole fatte per essere puntualmente disattese, con la conseguenza paradossale che chi rispetta le regole, promuove il made in Italy e posti di lavoro sani viene alla fine fortemente penalizzato, con effetti negativi sulla qualità della merce, dei posti di lavoro, della vivibilità stessa delle nostre città. Le regole devono valere per tutti, anche per questo sosteniamo l'introduzione di una web tax per i colossi dell'e-commerce, che debbono arrivare a pagare le imposte che paghiamo tutti noi".

Si ricorda di fare attenzione: i cambi sono a discrezione del commerciante, che ha l'obbligo soltanto per la merce difettosa.

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