Sant'Anna: il modello italiano di valutazione delle performance dei sistemi sanitari 'fa centro' in 11 paesi dell’Ocse
Ricercatori della Sant’Anna di Pisa utilizzano il “bersaglio” per rappresentarne in maniera visiva punti di forza e di debolezza; Sabina Nuti, docente responsabile del Laboratorio MeS che ha condotto il progetto: “Traguardo significativo e riconoscimento della validità del nostro percorso”. Dall’aspettativa di vita all’ictus: le voci prese in considerazione
Dall’Austria al Messico un filo conduttore lega i sistemi sanitari di undici paesi: è la misurazione delle loro performance utilizzando il metodo del “bersaglio” progettato dal Laboratorio di Management e Sanità (MeS), Istituto di Management, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, già in uso nella maggior parte delle regioni italiane, dopo essere stato adottato dalla Regione Toscana per prima. Oggi il metodo del “bersaglio” esce dai confini italiani e viene utilizzato a livello internazionale dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) per valutare le performance dei sistemi sanitari di 11 Paesi, distribuiti in tutto il mondo. Sul report “Health at Glance” https://www.oecd.org/health/
L’utilizzo del “bersaglio” agevola la scelta di decisioni pubbliche basate su dati oggettivi e sull’ “evidenza dei fatti”, offrendo un supporto chiaro al “decisore politico”, trasmettendo allo stesso tempo l’informazione anche al grande pubblico. Il “bersaglio”, nelle sue essenzialità e nella sua semplicità, restituisce evidenza delle performance di un sistema sanitario, mettendo in luce i punti di forza e di debolezza delle dimensioni prese in esame, permettendo l’esame dei risultati in un’ottica di comparazione. In questo modo, interpretare i risultati appare un’operazione agevole anche per i non addetti ai lavori. Essi sono posizionati su cinque fasce di valutazione. Le performance migliori sono rappresentate in prossimità del centro del “bersaglio”, nella fascia verde, mentre (mano a mano che decresce la performance) i risultati appaiono più distanti dal centro.
Lo studio è stato reso possibile grazie alla partnership tra il Laboratorio MeS e il gruppo di ricerca dell’Ocse.
“Questa collaborazione – commenta Sabina Nuti, responsabile del Laboratorio MeS - è stata un’ottima opportunità di crescita e di apprendimento per tutto il Laboratorio MeS della Scuola Superiore Sant’Anna. Rendere disponibile ad altri paesi la nostra esperienza maturata in partnership con la Regione Toscana, e dopo condivisa da altre regioni italiane, appare un riconoscimento e un traguardo significativo del nostro percorso”.