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Cronaca

Scandalo Cermec: l'assessore Picchi e due funzionari nell'inchiesta

Numerosi gli indagati nell'inchiesta sui rifiuti che vede come principale protagonista Domenico Del Carlo, che avrebbe corrotto politici e amministratori per ottenere agevolazioni nello spandimento illegale di fanghi

Si allarga anche alla Provincia di Pisa, lo scandalo sulle gestioni di Cermec ed ErreErre, le società che operavano nel trattamento dei rifiuti nella provincia di Massa Carrara e coinvolte nell'inchiesta condotta dalla procura di Massa. Nei giorni scorsi è stato notificato l'avviso di conclusione indagini a 19 indagati, tra politici, ex amministratori delle due società, funzionari pubblici e imprenditori. Pesanti le accuse formulate dopo le indagini condotte dai carabinieri del Noe di Firenze: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, peculato, abuso d'ufficio, truffa ai danni della Comunità Europea, omissione di atti d'ufficio.

Al centro dell'inchiesta Domenico Del Carlo, imprenditore di Pietrasanta e amministratore delegato della Delca, socio privato del Cermec nel controllo di ErreErre, la società fallita lo scorso luglio e che doveva costruire un impianto di bricchettaggio nella zona industriale di Massa per la produzione di Cdr trattando i rifiuti secchi del Cermec. Del Carlo avrebbe corrotto, prendendo i soldi dal Cermec con false fatturazioni e finanziamenti europei, anche con la presenza di escort, cene e regalie varie, politici e funzionari pubblici affinché lo agevolassero nello spandimento illegale dei fanghi di depurazione che avrebbe smaltito nelle campagne di Peccioli grazie ai favoritismi ricevuti da due dipendenti della Provincia di Pisa (qualche giorno fa trasferiti d'ufficio) e dall'assessore all'ambiente dello stesso ente Valter Picchi.

All'assessore la procura di Massa contesta il reato più grave, l'associazione a delinquere, per avervi partecipato e per aver messo a disposizione di Del Carlo, come recita l'avviso di conclusione delle indagini, la sua carica di assessore all' ambiente, nelle vicende relative alla procedura di rilascio dell'autorizzazione all'esercizio della ErreErre (mai entrato in funzione e semidistrutto da un incendio doloso la scorsa estate), interrompendo il servizio pubblico di conferimento nella discarica di Peccioli dei rifiuti solido urbani provenienti dalla provincia di Massa Carrara perché fosse immediatamente rilasciata l'autorizzazione all'esercizio di ErreErre e nella procedura di monitoraggio al 30-9-2009 della Regione Toscana sul controllo dei finanziamenti a fondo perduto in favore di ErreErre. Contributi che ErreErre ottenne poi dalla Regione per circa 3 milioni di euro.

Nell'inchiesta della procura di Massa sono coinvolti anche Ezio Ronchieri, consigliere provinciale del Pdl a Massa Carrara e già caposegreteria dell'ex ministro alle infrastrutture e trasporti Altero Matteoli, Marco Andreani, presidente del consiglio comunale di Massa e presidente provinciale dell'Api che avrebbe fatto pressioni sul sindaco di Massa Pucci inizialmente contrario alla realizzazione dell'impianto ErreErre, Marco Betti, di Pisa, oggi esponente di Sel ed ex assessore alla difesa del suolo della Regione Toscana (avrebbe ricevuto da Del Carlo l'assunzione in Delca del figlio), Lucio Barani, deputato del Pdl (accusato di abuso d'ufficio per aver istigato l'Arpat di Massa Carrara a rilasciare autorizzazioni a ErreErre con false analisi sull'inquinamento della falda), Michele Del Freo, ex assessore socialista al Comune di Carrara e nel cda di Cermec (che i sindaci di Massa e Carrara Pucci e Zubbani hanno azzerato), i tecnici dell'Arpat di Massa Carrara Carlo Righini, Renato Biagioni, Angelo Zucca, Giovanni Menna, dirigente del settore ambiente della Provincia di Massa Carrara, Emilio Tassoni, all'eposa dei fatti, tra il 2008 e 2009, capo Divisione bonifiche del ministero dell'ambiente, i liberi professionisti Carlo Grassi, Piero Pregliasco e Gianpiero Squaglia e il costruttore Fabio Vernazza, che avrebbe realizzato i lavori all'impianto senza i permessi. (fonte Ansa)

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