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Cronaca Pontedera

Sciopero generale, manifestazione a Pontedera: bloccati i binari alla stazione

Una lista di criticità evidenziate dall'Unione Sindacale di Base di Pisa e Livorno che hanno approfittato della giornata di agitazione nazionale per riflettere sui problemi del territorio

Si è svolta questa mattina, venerdì 21 ottobre a Pontedera, in concomitanza dello sciopero generale nazionale proclamato da Usb, una manifestazione che ha attraversato le vie della città, con i partecipanti che hanno bloccato anche i binari della stazione ferroviaria, con ritardi accumulati da alcuni treni Regionali della linea Pisa-Firenze.

Le federazioni di Livorno e Pisa dellʼUnione Sindacale di Base hanno scelto Pontedera come luogo della manifestazione territoriale perchè considerata "città simbolo dei processi di deindustrializzazione che caratterizzano da oltre un trentennio le 'strategie' della classe padronale italiana, proiettata verso i mercati esteri e la finanziarizzazione dei lauti profitti estorti a lavoratori sfruttati due volte, sia come mano dʼopera sia come contribuenti fiscali. Una deindustrializzazione  - sottolineano da Usb - che fa il paio con grandi accentramenti aziendali, che preludono a una definitiva privatizzazione dei servizi pubblici e dei trasporti. Possiamo dire che questi processi sono la versione sociale / produttiva dellʼaccentramento del potere politico in atto con lʼattacco alla Costituzione da parte del governo Renzi".

"Sui nostri territori - proseguono da Usb - questi processi avvengono attraverso lʼaccentramento del sistema di controllo dellʼigiene urbana in ATO Costa, del sistema aeroportuale, del sistema sanitario regionale, dei settori della ricerca pubblica e dellʼUniversità. Insieme a questa colossale ridefinizione dei sistemi di controllo e comando sul lavoro, continua la spinta alle delocalizzazioni, che vede o la svendita di interi sistemi produttivi a multinazionali straniere, o lʼemigrazione di impianti e know how aziendale verso lʼestero, dove il costo del lavoro, dei servizi allʼimpresa e delle materie prime è più congeniale ai profitti dei padroni. A Pisa parliamo delle migliaia di precari che sostengono con il proprio lavoro CNR, Università ed enti pubblici, dellʼoperazione di svendita / privatizzazione / depotenziamento in atto allʼAeroporto Galileo Galilei con lʼavvenuta fusione con Peretola, dellʼaccentramento del Sistema Sanitario Regionale nel grande ospedale di Cisanello, con la progressiva desertificazione dei presidi sanitari e di sicurezza sul territorio, dei lavoratori dellʼigiene ambientale triturati dai cambi di appalto che ne diminuiscono salario e diritti".

Sciopero nazionale del 21 ottobre: manifestazione a Pontedera

Poi al centro della polemica la situazione della Piaggio, dove emergono "politiche che evidenziano la logica di rapina di unʼintera classe imprenditoriale, non certo la volontà di rafforzare gli insediamenti industriali ancora presenti sui nostri territori". "Lʼultimo incontro in Confindustria di lunedì 17 ottobre ʼ16 con la dirigenza Piaggio conferma in pieno questa nostra affermazione - sottolineano ancora dall'Unione Sindacale di Base - in merito alla richiesta dei contratti di solidarietà non è stata data alcuna risposta concreta rispetto alle legittime richieste sindacali. Più in generale non veniamo informati sulle strategie di unʼazienda che, mentre chiede contributi pubblici nazionali per coprire le spese dei lavoratori mandati a casa, riempie i magazzini dellʼindotto di prodotti finiti nelle fabbriche in Vietnam. Una strategia che viene condivisa da tutta Confindustria, come dimostrano le vertenze in corso alla Ristori, alla Sole (il patron della Sole, Maurizio Stirpe, è vicepresidente del sindacato dei padroni) e in tutto lʼindotto Piaggio". "Escludere dalle mobilitazioni sindacali la Piaggio, come recentemente è avvenuto per lo sciopero alla Ristori - spiegano da Usb - significa continuare nella subalternità alla famiglia Colaninno, per cogestire con essa ed il potere politico/industriale che rappresenta la deindustrializzazione in atto. LʼUnione Sindacale di Base rifiuta alla radice questa logica di concertazione al ribasso, proponendo come alternativa una grande vertenza".

"Lo sciopero del 21 ottobre è per noi il punto di partenza per legare gli obiettivi politici generali di contestazione del governo Renzi e delle sue politiche di attacco al mondo del lavoro (Jobs Act, Art. 18, Fornero, decreto Madia) e per il No al referendum alla controriforma costituzionale - concludono dal sindacato - alle esigenze di un territorio prostrato dalla crisi e dalle politiche di rapina degli industriali e di connivenza delle pubbliche amministrazioni"

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