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Cronaca

Nuovo sciopero Geofor in pochi giorni: polemica fra sindacati e Comuni

Dopo lo stop dal lavoro del 28 giugno, lanciata l'agitazione per il 13 e 14 luglio. Lettera critica dei sindaci verso Usb e Cobas, la replica: "Lo sciopero non si tocca"

Due giornate consecutive di sciopero per i servizi di igiene ambientale, sull'onda della protesta che aveva già visto l'astensione dal lavoro lo scorso 28 giugno. Stesse rivendicazioni per Usb e Cobas per i prossimi 13 e 14 luglio, per un'organizzazione meno impattate sui lavoratori fra turni e dotazione di mezzi. Alla nuova agitazione, però, questa volta rispondono anche molti sindaci del territorio.

Una lettera pubblica è stata redatta e firmata dagli amministratori serviti da Geofor, una missiva rivolta proprio ai sindacati per rilevare "la sproporzione delle azioni rispetto alla materia del contendere" e invitare "ad evitare una lotta di predominio che perda di vista gli impegni assunti. I Sindaci faranno di tutto per garantire un servizio di qualità ai cittadini con tariffe sempre più sfidanti, anche a costo di rivedere alcune delle scelte fatte". In sostanza, ritengono che due giornate di sciopero siano eccessive. La lettera è sostenuta da Arianna Buti (Buti), Arianna Cecchini (Capannoli), Cristiano Alderigi (Calcinaia), Dario Carmassi (Bientina), Francesca Brogi (Ponsacco), Gabriele Toti (Castelfranco di Sotto), Giacomo Tarrini (Chianni), Giovanni Capecchi (Montopoli), Giulia Deidda(Santa Croce sull’Arno), Ilaria Parrella (Sanata Maria a Monte), Marco Gherardini (Palaia), Massimiliano Angori (Vecchiano), Massimiliano Ghimenti (Calci), Matteo Ferrucci (Vicopisano), Matteo Franconi (Pontedera), Michelangelo Betti (Cascina), Michele Conti (Pisa), Mirko Terreni (Casciana Terme/Lari), Simone Giglioli (San Miniato).

"Era dal dicembre del 2019 - scrivono i sindaci - che il territorio della Provincia di Pisa non era teatro di una simile protesta. All’epoca dei fatti, le Amministrazioni Comunali si sono assunte la responsabilità di garantire ai lavoratori dell’igiene ambientale che a parità di lavoro corrispondesse un pari salario, pari diritti ma anche pari doveri. Si trattava, in pratica, di 'internalizzare' (assorbire) centinaia di lavoratori, prima occupati nelle cooperative, trasformandoli in dipendenti diretti di Geofor, garantendo così una maggiore stabilità, una remunerazione più soddisfacente e quindi una più serena qualità della vita. Il tutto era orientato a sottoscrivere un contratto di servizio in grado di assicurare uno standard di servizio qualitativamente crescente, una produttività in linea con le performance di settore, l’equilibrio di gestione".

"Questa scelta - prosegue la lettera - che non è stata indolore, ha inevitabilmente prodotto pesanti ricadute nei conti di Geofor, ed ha indotto la Società a predisporre ed adottare uno stringente Piano Industriale per poter garantire una continuità all’azienda ed a chi ci lavora, oltre che per rimettere in moto un piano degli investimenti capace di perseguire gli obiettivi prima detti. Le motivazioni delle due giornate consecutive di sciopero che emergono dall’incontro svoltosi in Prefettura il 6 luglio u.s. non sono attinenti a violazioni di diritti o disinteresse da parte di Geofor nel rendere compatibili le richieste sindacali per un miglioramento delle condizioni di lavoro con gli investimenti per il rinnovo di mezzi e con la riorganizzazione dei servizi, il tutto tenendo d’occhio i bilanci aziendali. Quel che emerge chiaramente dal verbale della Prefettura è, invece, un’esigenza di posizionamento sindacale che non può e non deve creare criticità importanti per 380mila cittadini e 26 Amministrazioni Comunali".

"Rispediamo al mittente la lettera" è la risposta di Usb, secondo cui lo scopo dell'azione è quella di "mettere contro cittadini e lavoratori, cercando di scaricare le responsabilità degli amministratori di Retiambiente nella gestione del servizio sulle nostre organizzazioni sindacali. Invece che attaccare il diritto di sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici, i Sindaci hanno il dovere di spiegare ai cittadini come mai i contributi dei cittadini pagati con la Tari siano destinati in aumenti esorbitanti dei dividendi del Consiglio d’Amministrazione di Retiambiente anziché nell’ammodernamento degli strumenti di raccolta, nella dotazione a tutte le utenze di contenitori adeguati, nell’assunzione di un numero adeguato di lavoratori!".

"Nella lettera - insiste il sindacato - i sindaci fanno riferimento anche alla 'responsabilità' assunta dalle Amministrazioni Comunali nelle internalizzazioni dalle Cooperative in Geofor del 2019, su questo ribadiamo chiaramente che se non fosse stata per le mobilitazioni dei lavoratori, l’unica responsabilità sarebbe stata nella continuazione del sistema di sfruttamento degli appalti di cui le Amministrazioni Comunali si sono sempre servite, permettendo condizioni salariali e di lavoro indegne per gli operatori! Dopo lo sciopero del 28 giugno, confermiamo lo sciopero del 13-14 luglio, ribadendo la piattaforma già posta all’attenzione dei sindaci in questione e di Retiambiente! Gli amministratori dell’ente non possono continuare ad escludere Usb e Cobas dalle trattative, le organizzazioni realmente rappresentativi dei lavoratori Geofor e continuare a portare avanti le relazioni con le Cgil-Cisl-Uil-Fiadel!".

La replica dei Cobas: "Ci sono velate minacce in quella lettera e tutte indicano l’assorbimento dei lavoratori delle cooperative in Geofor a partire dal 2020. Se pensano di aver concesso l’internalizzazione (assorbimento) in Geofor come una condizione dipesa da loro e che possano togliere quando vogliono, hanno sbagliato di grosso. A molti Comuni piaceva che il servizio costasse poco, con lavoratori e padri di famiglia che portavano a casa solo 1000 euro. Questo accadeva quando Geofor faceva gare di appalto a prezzi stracciati. Oggi, i 19 sindaci interessati a questo caso, pensano forse di intervenire anchesul diritto di sciopero? Cobas e Usb hanno rispettato le regole che riguardano il diritto di sciopero e non c’è nussun tentennamento da parte dei lavoratori che vogliano questa mobilitazione, sia per motivi di organizzazione del lavoro che Geofor non concede, sia per essere rappresentati in Retiambiente che pare non abbia nessuna intenzione di convocarci. Non possano accettare di non rappresentare la maggioranza dei lavoratori Geofor associati a Usb e Cobas pari al 70% degli addetti Geofor, pertanto qualsiasi documento, in questo caso il protocollo siglato in Retiambiente con Cgil Cisl Uil e Fiadel, non lo possiamo accettare né condividere in seconda battuta. Con l’ultima assemblea del giorno 8 luglio i lavoratori e le lavoratrici hanno confermato a Cobas e Usb la volontà di andare in piazza per questo sciopero".

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