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Cronaca

Aperture festive dei negozi: sciopero indetto per Natale, Santo Stefano e Capodanno

I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato giornate di sciopero per il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio a sostegno della campagna per regolamentare nuovamente le aperture domenicali e festive

Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Toscana indicono sciopero e astensione dal lavoro per i lavoratori e le lavoratrici del commercio, della cooperazione e del terziario in occasione del 25 e 26 dicembre 2015 e del primo gennaio 2016.

Fanno sapere i sindacati che "si tratta di uno sciopero di tutela e protezione per chi vuole festeggiare il Natale, Santo Stefano ed il Capodanno con i propri cari senza rischiare il licenziamento". 'A Natale puoi' è lo slogan di quest'anno della campagna. A motivare la mobilitazione lanciata dai sindacati il fatto che a distanza di anni ormai dalla liberalizzazione degli orari commerciali, con l'ipotesi del governo Monti di un aumento del Pil e dell'occupazione, "poco o niente è cambiato, anzi - affermano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs - i consumi continuano a calare, i margini delle imprese commerciali diminuiscono e l'attacco al costo del lavoro si fa sempre più pressante, così come le condizioni di lavoro ed economiche durante le domeniche e le festività continuano a peggiorare, per effetto degli aumenti dei nastri orari della domenica e festivi con turni massacranti e mal retribuiti".

"Le aziende - proseguono i sindacati - soprattutto i negozi a conduzione familiare e i punti vendita delle catene commerciali, non hanno tratto beneficio da queste aperture deregolamentate, anzi, in molte chiudono, le città si svuotano di attività commerciali e la concorrenza diventa soccombente". Le aperture festive comportano anche che "le condizioni familiari degli addetti del commercio, in prevalenza donne, peggiorano e la qualità della vita è pessima perché non si riesce a contemperare i tempi di vita con quelli di lavoro: difficoltà nella cura dei figli, dei genitori anziani, del ménage familiare e stress relazionali in famiglia".

Per questo le organizzazioni sindacali chiedono il ritorno ad aperture regolamentate delle domeniche e dei festivi, riportando al livello locale l'individuazione delle aperture, con principi definiti e concordati. "In queste giornate non andiamo a fare la spesa, spegniamo le luci delle attività commerciali e viviamo la festa, chiedendo al Parlamento italiano di modificare la liberalizzazione selvaggia degli orari commerciali, per una legge che regoli le aperture domenicali e festive".

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