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Cronaca

Liberalizzazioni negozi: è sciopero, ma c'è chi resta aperto

Il 25 aprile alcune catene commerciali hanno deciso di aprire i propri punti vendita ma la Cgil insorge: "Nella giornata della Liberazione siamo schiavi delle liberalizzazioni delle aperture"

Domani 25 aprile è festa, si celebra la Liberazione. Ma forse è meglio utilizzare il condizionale: sarebbe festa. Sì perchè con le liberalizzazioni del Governo Monti gli esercizi commerciali possono fare ciò che vogliono e decidere di rimanere aperti. Una eventualità rafforzata dall'intervento del Tar che a Pisa, San Giuliano Terme e Pontedera ha vanificato le ordinanze delle varie amministrazioni comunali che prevedevano un preciso calendario di aperture festive, così da tutelare soprattutto i piccoli negozi, quelli con poco personale, quelli magari a gestione familiare che, con il via libera alle aperture nei giorni di festa, potrebbero finire stritolati dalla morsa delle grandi catene commerciali, quelle in cui l'esercito dei dipendenti lavora su turni ben precisi, domeniche comprese. Così domani saranno proprio alcuni centri commerciali a restare aperti, Pam e Esselunga in primis. Saracinesche abbassate invece all'Ipercoop di Navacchio.

E l'invito dei sindacati è quello di non aprire i negozi e di scioperare per le intere giornate del 25 aprile e del 1° maggio.

"Festa della Liberazione e festa internazionale del lavoro ma per chi? - si legge in un comunicato della Cgil Toscana - il decreto liberalizzazioni del Governo Monti ha previsto la facoltà delle aperture degli esercizi commerciali in tutti i giorni dell’anno, senza limiti. Quindi, facoltà di apertura anche nella ricorrenza della festa nazionale della Liberazione e per la festa del lavoro. Solo alcune catene della grande distribuzione e qualche centro commerciale hanno stabilito giorni festivi di chiusura, per tutti gli altri tutto aperto e tutti al lavoro, ecco perché, per poter consentire il diritto alla festa, siamo costretti allo sciopero".

"I lavoratori e le lavoratrici del commercio - proseguono dalla Cgil - pagano un prezzo altissimo, in tempi e ritmi di lavoro ossessivi, dalla mattina a sera inoltrata e l’ingerenza delle notti bianche che aggiungono sacrifici per far fronte alle ulteriori aperture dei negozi nel centro storico. Nella giornata della Liberazione, dopo 67 anni siamo schiavi delle liberalizzazioni delle aperture e degli orari commerciali e siamo in sciopero per riconquistare il diritto alle festività. L’evoluzione - prosegue il sindacato - non sempre contempla il progresso e nel caso in questione, far vivere la festa della Liberazione o il 1° maggio con i negozi aperti è sintomo di miopia politica e di una civiltà che non riconosce e celebra degnamente le origini della propria storia. Tutto quanto fa mercato, ogni occasione è buona per acquistare, peccato che i più non possano neanche permetterselo, strangolati dal lavoro che non c’è, dai quotidiani rincari, tasse e preoccupazioni per il futuro dei più giovani".

ECCO L'ELENCO DEI NEGOZI APERTI



 

 

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