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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Porta Nuova / Via Roma, 61

Quella scritta indecorosa contro il parà Scieri e i militari: "Rimuovetela"

L'associazione 'Giustizia per Lele' chiede l'intervento dell'amministrazione comunale per togliere una scritta che da anni si trova sul muro di un edificio in via Roma

Una lettera per chiedere la cancellazione di quella scritta della vergogna, che campeggia da tempo sul muro di un edificio di via Roma, tra il civico 61 e il civico 63 a Pisa. E' il presidente dell'associazione 'Giustizia per Lele' Carlo Garozzo ad aver scritto al sindaco Marco Filippeschi.
L'associazione, come si legge nella lettera, "lotta ormai da più di diciotto anni per la ricerca della verità e della giustizia sulla tragica morte del giovane siracusano Emanuele Scieri avvenuta il 13 agosto 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa. Grazie al supporto della società civile, di numerosi Consigli Comunali, e tra questi proprio quello di Pisa, nel novembre 2015 il Parlamento italiano ha votato l’istituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta con l’intento di far luce sui tragici accadimenti di quella maledetta notte d’agosto. Il lavoro posto in essere dalla Commissione è stato estenuante e le recenti conclusioni alle quali la stessa è giunta hanno non solo confermato che Emanuele Scieri è stato barbaramente ucciso ma soprattutto hanno indotto la Procura di Pisa nel riaprire le indagini per omicidio volontario".

Sono giunte all'associazione alcune segnalazioni da parte di cittadini ed ex studenti siracusani, che frequentarono l'Università di Pisa all'epoca dei fatti, sulla presenza di una scritta che offende la memoria del giovane parà deceduto ('Militari di Merda, tutti come Scieri').

scritta emanuele scieri via roma pisa-3  

"Tale scritta, a firma di qualche facinoroso, esiste da numerosi anni e come potrà notare, non solo non è stata mai oggetto di rimozione ma nel tempo sopra di essa è stata pure realizzata una grondaia - scrive Garozzo nella missiva al sindaco - le saremmo grati se l’amministrazione comunale potesse tempestivamente intervenire nel promuovere la rimozione della scritta in questione non solo per la crudezza del contenuto e il richiamo al nostro caro Emanuele ma anche per non alimentare manifestazioni di odio o posizioni personali contro o a favore del mondo militare. Siamo convinti che la ricerca della verità e della giustizia sulla morte di Emanuele debba poter essere sentita e voluta da tutti gli attori coinvolti proprio con l’intento di ridare dignità alle istituzioni siano esse militari e non - conclude il presidente dell'associazione - non abbiamo mai offeso gratuitamente nessuno e mai lo faremo".

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