rotate-mobile
Cronaca

Scuole occupate, gli studenti: "Ultima forma di protesta dopo anni di richieste inascoltate"

Gli studenti di alcuni degli istituti occupati intervengono per spiegare le motivazioni della loro decisione: "La lotta andrà avanti fino a quando non vedremo un cambiamento"

"Provvederemo a pulire la scuola valorizzando i suoi spazi. L’obiettivo è lasciare la struttura meglio di come è stata trovata, a conferma della nostra coerenza: quello che non riescono a fare le istituzioni lo faremo noi". E' quanto si legge in una nota degli studenti del Liceo Dini che nella giornata di ieri, 23 gennaio, hanno occupato l'edificio al termine di un'assemblea straordinaria concessa agli studenti dalla dirigenza scolastica. Si tratta di una delle cinque scuole occupate in città negli ultimi giorni.

Centro storico: nuova manifestazione degli studenti per chiedere 'scuole sicure'

"Abbiamo occupato lo stabile - spiegano i ragazzi - come atto di disobbedienza civile. Il gesto non è rivolto contro l’istituto, riconosciuto come uno dei migliori a livello nazionale. Ci rifiutiamo però di essere e rimanere una cattedrale nel deserto. Vogliamo offrire il nostro atto di protesta come esempio in un contesto generale sempre più problematico. Non intendiamo fare dell’occupazione una semplice perdita di tempo - proseguono gli studenti del Dini - bensì ci proponiamo di renderla un momento di formazione attraverso attività autogestite. Saranno invitati docenti esterni e personalità in grado di spiegare ai cittadini di oggi e del futuro la complessità delle circostanze in un contesto di profonda crisi culturale". 

Sulla stessa linea gli studenti dell’IIS Galilei-Pacinotti che spiegano come l'occupazione di martedì è nata per "ottenere l’attenzione delle autorità e delle istituzioni". "Siamo giunti a questa decisione dopo anni in cui le nostre richieste di attenzione alla scuola sono rimaste inascoltate, nella convinzione che l’occupazione pacifica sia l’unico modo per far sentire il disagio che ogni giorno viviamo. La nostra scuola non ha problemi strutturali, tuttavia è inaccettabile che le scuole della nostra città cadano a pezzi". Nel mirino degli studenti anche le politiche scolastiche nazionali che si sono susseguite attraverso i vari governi negli ultimi anni e "le politiche intolleranti e repressive del governo nazionale e dell’amministrazione locale. Con quest’occupazione - concludono gli studenti dell’IIS Galilei-Pacinotti - vogliamo ripensare, discutere e creare una nuova concezione di scuola".

In parte diverso il discorso del Buonarroti dove gli studenti evidenziano anche gravi criticità strutturali dell'edificio. "Il nostro è un gesto estremo - affermano invece gli occupanti del liceo Buonarroti - l'ultima forma di protesta dopo anni di manifestazioni pacifiche. La nostra scuola ha problemi strutturali inaccettabili: quando questo edificio è stato costruito, nel 1971, i materiali utilizzati erano a scadenza (35 anni), ciò significa che da ben dodici anni gli studenti frequentano una scuola fatiscente".

Problematiche che secondo gli studenti si acuiscono col passare del tempo. "Nel 2014/2015 un lucernario è crollato all’interno di un laboratorio, non ci sono state conseguenze drastiche semplicemente perché la classe che avrebbe dovuto trovarsi in quell’aula era assente. Tuttora affrontiamo giornalmente disagi legati alla struttura: infiltrazioni d’acqua nelle aule, danni ai muri e alle porte, termosifoni non funzionanti, mancanza e malfunzionamenti delle apparecchiature nei laboratori linguistici e lo spostamento di alcune classi nell’istituto Santoni per mancanza di spazi. Abbiamo mandato un segnale e vogliamo vedere un cambiamento - concludono gli studenti del Buonarroti - la lotta non è finita e non finirà fino a quando lo vedremo"

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scuole occupate, gli studenti: "Ultima forma di protesta dopo anni di richieste inascoltate"

PisaToday è in caricamento