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Cronaca

Sentinelle in piedi: primo flash mob a Cascina

Il movimento contrario alla parificazione dei diritti delle coppie gay con il matrimonio si dà appuntamento in Piazza Caduti per la Libertà sabato 26 novembre

"Sbagliato è sbagliato, anche se diventa legge". Le Sentinelle in Piedi tornano con il loro flash mob a Cascina, il prossimo sabato 26 novembre dalle alle ore 16 alle 17 in Piazza Caduti per la Libertà, per ribadire il loro no "al testo sulle cosiddette unioni civili, per dire no all'ideologia gender nelle scuole, per dire no all'abominevole pratica dell'utero in affitto, per dire sì alla famiglia, cellula fondante della nostra società, sì al diritto di ogni bambino ad avere un papà ed una mamma, sì alla libertà di educazione, sì alla libertà d'espressione e soprattutto sì ad uno Stato che non neghi, bensì valorizzi, la nostra natura complementare di uomini e di donne".

"Lo stralcio della stepchild adoption dal testo Cirinnà - insistono gli attivisti - non impedisce che nel nostro paese oggi vivano bambini ordinati, prodotti e comprati attraverso la barbara pratica dell'utero in affitto da coppie di uomini adulti che strappano il bambino alla mamma. Tutte le politiche familiari dunque (fiscali, abitative, scolastiche, giovanili, sanitarie) dovranno essere svolte indifferentemente per le famiglie e le cosiddette unioni civili. Nobilitata per legge, l'omosessualità viene considerata utile per il bene comune e quindi dovrà essere oggetto di insegnamento nelle scuole. Intanto l'ideologia gender è entrata di diritto nella scuola, una menzogna che confonde i bambini violentandoli nella loro identità e facendo loro credere che possono essere indifferentemente maschi o femmine, a prescindere dal dato di natura".

Con la manifestazione le Sentinelle vogliono ribadire la loro contrarietà ad un sistema da loro giudicato perverso: "La società è concepita come una somma di individui che hanno diritto al riconoscimento dei loro desideri, qualsiasi essi siano, al di fuori di ogni norma naturale. Tra il potere politico che riconosce questi diritti e le lobbies che li promuovono c’è una saldatura potente che stritola e piega chiunque si ponga in mezzo. Non è già più possibile parlare di bene e di verità nella sfera pubblica. I sindaci non sono infatti liberi di non celebrare queste unioni appellandosi alla clausola di coscienza poiché la pressione mediatica è tale per cui questa cosa risulta inaccettabile. Il tutto mentre il reato di omofobia sta per essere introdotto attraverso la legge sul cosiddetto cyberbullismo. E' lo Scalfarotto che ritorna. E' il tentativo di impedire di parlare pubblicamente di famiglia e di dire ciò che si pensa se non è conforme al pensiero unico".

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