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Cronaca Coltano

Coltano e la sposa bambina: Africa Insieme si scaglia contro il Comune

Torna sulla vicenda il presidente dell'associazione Sergio Bontempelli che precisa alcune questioni sulla vicenda dello sfratto della famiglia nomade avvenuto lo scorso 31 gennaio

Una vera e propria “macchina del fango” mobilitata per screditare un’intera famiglia. Così Sergio Bontempelli, presidente di Africa Insieme, definisce la lunga serie di notizie e dicerie diffuse prima dagli amministratori comunali e poi dal Partito Democratico sul caso dello sfratto di una donna con cinque bambini nel campo rom di Coltano lo scorso 31 gennaio.

"A casa della donna, si è detto - afferma Bontempelli - si sarebbero trovati gioielli per centinaia di migliaia di euro, frutto di attività criminose; i parenti sarebbero proprietari di una villa e di attività commerciali confiscate dalla magistratura; infine, la donna sarebbe tra le protagoniste del rapimento della sposa bambina. Nessuna di queste informazioni corrisponde a verità".

Per il sequestro dei “gioielli”, come tiene a precisare il presidente di Africa Insieme, la signora non è neanche imputata: è stata giudicata estranea ai fatti, ed è un’altra la persona che andrà a processo. Quanto alla “villa” dei parenti, il cosiddetto Podere Cincinnati di Pontedera (una villa da mezzo milione di euro circa, acquistata dal gruppo nomade in contanti), il 12 novembre 2011 la Corte d’Appello ne ha annullato la confisca, mentre il procedimento di sequestro delle attività commerciali è stato archiviato dal GIP il 10 ottobre. "Resta l’accusa - afferma Bontempelli - della sposa bambina, su cui permangono molti dubbi che, si spera, verranno chiariti nel processo".

Così Bontempelli ripercorre la dinamica dei fatti: la signora è stata sfrattata perché imputata in un processo. Il Comune la considera colpevole a prescindere dalla sentenza, violando così la Costituzione, la Dichiarazione dei diritti umani e i principi più elementari del diritto (“l’imputato è innocente finché una sentenza non abbia accertato la sua colpevolezza”). "Con ammirevole candore - prosegue il presidente - il Partito Democratico afferma che il Consiglio Comunale avrebbe chiesto di 'superare, in questo caso, la cosiddetta presunzione di innocenza'. Un principio basilare dello stato di diritto verrebbe dunque 'superato' dalla delibera di un Comune. Quando si tratta di rom si sospendono tutte le regole, salvo poi richiamare gli stessi rom al rispetto delle regole”.

Se il Pd non ha nulla di cui vergognarsi, come lo stesso partito ha affermato, perchè, si chiede Bontempelli, lo sfratto è stato eseguito lontano dagli occhi indiscreti dei giornalisti? Cosa c’era da nascondere, se tutto era secondo le regole? Si voleva occultare lo spettacolo di una donna e cinque bambini lasciati al gelo? Si voleva mostrare che la signora aveva rifiutato le proposte di accoglienza, nascondendo il fatto che si volevano dividere i piccoli dalla loro mamma?

Africa Insieme accusa il Comune di aver dato vita ad una politica di sgomberi e sottolinea le numerose esternazioni del sindaco sulla presenza eccessiva di rom a Pisa, "come se un gruppo fosse di per sè portatore di problemi".
"Pisa - chiude Sergio Bontempelli - non è affatto all’avanguardia nelle politiche sociali: le scelte di questa amministrazione vengono al contrario seguite con crescente inquietudine dalle organizzazioni per i diritti umani, come dimostra il recente rapporto del Consiglio d’Europa. La nostra città è diventata il teatro di una vera e propria 'emergenza diritti umani': è questa l’amara verità che ricaviamo dalla vicenda dello sfratto di Coltano".

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