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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Coltano

Sposa bambina a Coltano: sfratto alla famiglia rom implicata nel caso

Le forze dell'ordine erano già intervenute lo scorso 31 gennaio, ma il nucleo familiare era rientrato nell'appartamento: ora porte e finestre sono state sigillate con lastre di alluminio per impedire nuovi accessi

Sono già chiuse e sigillate le porte e le finestre della casa minima di Coltano in cui viveva una delle famiglie kosovare indagate dalla procura antimafia di Firenze per violenze ad un minore, riduzione in schiavitù e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’ambito delle indagini legate al caso della “sposa bambina”. Si è concluso nello spazio di due ore, e senza particolari resistenze, infatti, l’intervento delle forze dell’ordine di questa mattina finalizzato a liberare l’abitazione che da poco meno di un mese era occupata abusivamente dalla stessa famiglia introdottasi nuovamente nella casa senza alcun titolo dopo il primo intervento di sgombero del 31 gennaio scorso, che tra l'altro aveva suscitato grande disappunto soprattutto da parte dell'associazione Africa Insieme, più volte intervenuta sulla vicenda.

Anche stavolta, come un mese fa, il nucleo familiare, secondo quanto riferito dal Comune di Pisa, non ha voluto raggiungere i parenti che possiedono una grande casa vicino a Pontedera e ha rifiutato la proposta dei servizi sociali di farsi carico dell’accoglienza dei minori per il periodo loro necessario a trovare una sistemazione alternativa. La casa minima, che sarà presto assegnata ad un'altra famiglia avente diritto, è stata chiusa e porte e finestre sono state sigillate con una lastra speciale d’alluminio realizzata e installata da una ditta specializzata onde evitare nuove occupazioni. Sul posto sono intervenuti gli uomini di Carabinieri e Polizia di Stato e i vigili della Polizia Municipale cittadina, oltre che Croce Rossa, Vigili del Fuoco (che, però, non sono dovuti intervenire) e due operatori della Società della Salute, mentre l’equipe degli assistenti sociali era già stata allertata ed era a disposizione, in caso di necessità, negli uffici di Via Saragat.

"La concessione dell’alloggio - riferisce l'amministrazione comunale - era stata revocata da Asl e Società della Salute, in qualità di soggetti gestori, già nel gennaio di un anno fa per il venir meno del patto sottoscritto al momento dell’assegnazione dato che, al di là dei risvolti penali su cui sta indagando la magistratura, la famiglia è stata sicuramente coinvolta in un matrimonio combinato da adulti nei confronti di minorenni e all’interno della stessa abitazione è stato trovato un ingente quantitativo d’oro, la cui provenienza è al vaglio degli inquirenti, ma che di sicuro esclude la condizione di povertà della famiglia, requisito necessario per ottenere una delle case minime".
Sigili casa rom coltano sposa bambina
"Le sentenze e le decisioni penali spettano ai giudici - conclude la Presidente della Società della Salute Maria Paola Ciccone - ai servizi sociali, invece, compete il giudizio sui comportamenti e l’esclusione da “Città Sottili”, al pari della perdita della concessione per abitare nelle case minime di Coltano, è avvenuta perché è stato tradito il patto fra chi ha ricevuto i servizi e i benefici legati ad un progetto di natura speciale e sperimentale rivolto ai cittadini rom, come appunto “Città Sottili”, e il resto della cittadinanza pisana". Contro la revoca dell’atto di concessione, decisa da Asl e SdS, per ben due volte i legali della famiglia avevano presentato istanza al Tar che, però, riferisce ancora il Comune, in entrambi i casi ha dichiarato improcedibile il ricorso.

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