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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Giusto / Via Sant'Agostino

Dopo 50 anni in affitto, anziana rischia di finire in mezzo alla strada

La signora Mirella Ceccotti è stata sfrattata dal suo appartamento in Via Sant'Agostino e non ha ancora un altro posto dove andare. Ha tempo fino al 7 novembre per risolvere la situazione, poi interverrà la Polizia

La signora Mirella Ceccotti ha ott'antanni, è vedova, pensionata, diabetica e con altri problemi di salute. Da quando era una ragazza di 27 anni vive in affitto nella casa di Via Sant'Agostino 273, ma adesso, scaduto il contratto, rischia di trovarsi improvvisamente per strada. Oggi il suo avvocato Claudio Lazzeri, dell'Unione Inquilini, insieme all'avvocato della controparte e all'ufficiale giudiziario, ha cercato di trovare un accordo che dia un po' di tempo alla signora Mirella per trovare un'altra sistemazione.

Il caso è complicato e comincia venticinque anni fa, quando il marito della Ceccotti morì improvvisamente. A quel tempo l'appartamento era in vendita ma la signora, rimasta sola e senza figli, non se la sentì di sobbarcarsi un mutuo per comprare la casa. Così l'appartamento è stato acquistato dall'attuale proprietario che, inizialmente, rinnovava all'inquilina il contratto di affitto ogni quattro anni. Negli ultimi tempi il contratto le veniva rinnovato annualmente, in previsione di farle lasciare la sua abitazione. Lo sfratto effettivo è partito da maggio 2010, ma ad oggi Mirella non ha ancora un'altra abitazione in cui potersi trasferire.

"Sono in questa casa dal 1958, qui ci sono tutta la mia vita e i miei ricordi. Adesso sono sola, diabetica e malata - dice la signora Ceccotti in lacrime - qui nel vicinato ho dei buoni rapporti con tutti. Ho le mie abitudini e le mie amiche che sono disperate al pensiero che lasci definitivamente questo appartamento". La signora sembra avere trovato un'altra casa nella zona di Riglione, a 770 euro mensili. Il contratto non è ancora stato firmato ma il problema oltre ai soldi, sono le caparre e le spese per il trasloco. Solo il costo di quest'ultimo supera i 1000 euro.

"Purtropppo dal punto di vista giuridico è tutto in regola - dice l'avvocato della signora Claudio Lazzeri - il fatto è che dal punto di vista morale e sociale non è giusto per niente. Qui ci si dovrebbe mettere una mano sulla coscienza e pensare cosa comporta lo sfratto per la signora". Infatti oltre al valore affettivo che ha questa casa per lei, traslocare e portare le cose accumulate in mezzo secolo non è una cosa semplice che un'ottantenne può fare da sola e in pochi giorni.Ceccoti e Lazzeri

"Spero che mi facciano restare almeno fino a dicembre - continua  la signora Mirella - il contratto d'affitto per l'altra casa non è ancora stato firmato e inoltre mi devo organizzare per il trasloco. Non so proprio chi mi darà una mano. Non ho figli ma sicuramente mi aiuterà mio nipote.  E poi non ho i soldi necessari per fare tutto questo! È possibile che una povera anziana debba spendere così tanto? Non posso nemmeno avere una casa popolare perché supero il reddito medio di quasi 300 euro, ma la mia pensione non è alta".

Prima che entrino l'ufficiale giudiziario e l'avvocato della controparte, Mirella racconta un po' della sua vita "Cinquant'anni di sacrifici e poi? Buttata fuori così, senza ritegno. Sognavo di potermi comprare una cucina un giorno, ma niente. Ho lavorato duramente. Per 29 anni sono stata in un'azienda dove facevo zoccoli. Sono del 1932 e nella mia vita ho visto parecchie cose brutte, come la guerra e la morte. Ho perso i miei fratelli e sono stata una sfollata. Poi sono arrivata in questa casa, pensavo di poterci morire qui dentro e invece no. Me ne devo andare".

Oltre il danno c'è anche la beffa, dato che la signora non può riavere i soldi della caparra. "Nel '58 - afferma la Ceccotti - io e mio marito avevamo dato 25 mila lire di caparra. Ma adesso quanto mi spetta? Inoltre ho apportato notevoli migliorie alla casa: il bagno nuovo, zanzariere, lampadari ed elettrodomestici che non potrò portarmi nell'altro appartamento. Vorrei rivendermi qualcosa. Mi hanno detto che posso mettere degli annunci in internet - continua tra l'ironia e il rammarico Mirella - ma queste son cose da giovani".

Verso le 10 del mattino, l'appartamento della signora si riempie di gente: arrivano l'ufficiale giudiziario, l'avvocato della contraparte, giornalisti e il nipote che è ancora incredulo per tutta la situazione: "Mia zia sta  subendo un'ingiustizia. Viene sradicata da casa sua perchè il proprietario non le vuole rinnovare il contratto, non si sa per quale motivo. Ora dovrà cominciare una vita in un altro posto e non è semplice. Sta male, oltre a essere diabetica ha degli sbalzi di pressione preoccupanti".

Tra le varie richieste si giunge a un piccolo accordo: se Mirella e l'altro proprietario firmeranno il contratto di locazione, per trasferirsi nell'altro appartamento entro il 7 novembre, potrà restare nella casa di Via Sant'Agostino fino ai primi di dicembre per organizzare il trasloco. Se entro questa data la signora non avrà un altro posto dove andare, verrà mandata via con la forza dalla Polizia.

L'avvocato cerca di rassicurare la Ceccotti e spiega "Purtroppo la storia della signora è una storia come tante. Per pochi soldi non rientra nel budget e non può accedere alle case popolari. Bisogna trovare una soluzione con il Comune per chi ha un reddito e una pensione bassa. Purtroppo - continua -  lo sfratto non è più un problema di pochi ma è un problema sociale".

Via Sant'Agostino 273: lo sfratto a Mirella Ceccotti

 

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