rotate-mobile
Cronaca

Appello contro gli sgomberi dei campi rom, i non firmatari: "Progetti falliti per colpa dei destinatari"

Dopo la raccolta di 160 firme da parte di un gruppo di genitori di bambini che frequentano le scuole dei quartieri di Sant'Ermete e Putignano, intervengono in risposta un altro gruppo di genitori che si schierano dalla parte del Comune

Dopo la lettera-appello inviata da un gruppo di genitori di bambini che frequentano le scuole di Putignano e Sant'Ermete che chiedono al Ctp 3, al sindaco e all'assessore alle politiche sociali una politica di inclusione sociale e lo stop agli sgomberi dei campi rom, riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di un gruppo di genitori non firmatari dell'appello:

"La raccolta firme tra i genitori di Putignano e Sant’Ermete con la quale viene chiesto al Comune di cessare la politica degli sgomberi, invocando invece progetti che possano garantire una vita dignitosa e contribuiscano a mitigare i conflitti di vicinato nella periferia, risulta inappropriata per vari motivi.
Innanzi tutto, se i genitori firmatari avessero avuto il buon senso di partecipare alla riunione tenutasi al Ctp3 sul tema sicurezza, avrebbero saputo che in quella sede è emersa proprio una forte volontà di progettazione per far rivivere le periferie, con punti di riferimento come il circolo o la parrocchia, per favorire l’aggregazione sociale e la reintegrazione delle famiglie rom che non si trovino in uno stato di illegalità.
Occorre perciò ribadire con forza che non si deve criminalizzare l’azione del Comune e delle Forze dell’Ordine, perché questo sarebbe il primo passo per legittimare l’illegalità e confortare i criminali nella loro impunità; una volta eliminate le situazioni di delinquenza, come ricordava anche il Viceprefetto Romeo, si potrà procedere, attraverso l’appoggio delle strutture preposte, ad un reinserimento nella vita sociale del quartiere.
Quando si invoca la messa in atto di efficaci politiche per il reinserimento sociale, davvero si vuol far credere che finora quelle politiche non ci sono state? Anni e anni di soldi e progetti non andati a buon fine per un solo motivo, ossia l'atteggiamento non collaborativo dei destinatari di questi progetti che hanno spesso rifiutato percorsi di inserimento per il recupero dell'autonomia economica e sociale, in virtù del fatto che tali percorsi andavano contro la loro cultura! Arriva allora il momento di dire basta e mettere dei paletti per i quali il ricevere comporta anche dei doveri e una certa 'flessibilità' culturale che non rechi danno alla loro identità! Altrimenti è come seminare un campo senza poter raccoglierne i frutti!
Denunciare le condizioni di disagio in cui vivono certe famiglie contribuisce al loro reintegro e non corrisponde a creare un clima di allarmismo, come accusano i firmatari della lettera anti sgomberi! L'allarme è rivolto solo ai casi di furti recidivi, abusi edilizi, condizioni igieniche pessime e comportamenti illegali.
Non ultimo, vorremmo segnalare che attaccare la politica del Comune e delle Forze dell’Ordine che agiscono per ristabilire un clima di legalità giustamente invocato dalla maggior parte dei cittadini della zona, tende a creare conflitti tra i genitori che si riflettono sui bambini tutti, stranieri e non, rischiando così di minare la loro serenità all’interno dell’ambiente scolastico in virtù di una 'guerra tra grandi' nella quale essi non dovrebbero essere coinvolti! Questo rovescio della medaglia non interessa a nessuno? Ovvio i bambini non portano voti!".
Un gruppo di 'genitori NON FIRMATARI'

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Appello contro gli sgomberi dei campi rom, i non firmatari: "Progetti falliti per colpa dei destinatari"

PisaToday è in caricamento