Sgombero campi rom, le associazioni: "La Giunta Conti in continuità con la precedente"
Africa Insieme e Progetto Rebeldìa sul piano di sgomberi allo studio della nuova amministrazione comunale: "Nessuno sgombero senza idonee alternative"
"Ci risiamo, dunque. È notizia di questi giorni che la Giunta Conti starebbe predisponendo un piano di sgomberi degli insediamenti di rom e sinti, in particolare quelli di Coltano e di Ospedaletto-Oratoio. Almeno in questo, la nuova amministrazione è in perfetta continuità con quella precedente, che aveva smantellato con le ruspe il campo della Bigattiera, e aveva teorizzato la necessità di ridurre il numero di famiglie rom presenti sul territorio". Ad intervenire sulla questione campi rom sono le associazioni Africa Insieme e Progetto Rebeldìa dopo le intenzioni manifestate dalla nuova amministrazione comunale.
"È opportuno oggi sottolineare alcuni nodi fondamentali per comprendere cosa comportano queste proposte di sgomberi, e quali sarebbero le conseguenze se venissero messe in pratica" sottolineano le associazioni.
"In primo luogo, va fatta subito una precisazione: i rom che abitano sul territorio non sono affatto nomadi, e non abitano nei campi per una loro scelta. In molti casi non sono neppure stranieri, ma cittadini italiani a tutti gli effetti - affermano - stiamo parlando infatti di famiglie che per lo più vivono a Pisa da moltissimi anni, a volte da decenni: molti rom hanno nel frattempo acquisito la cittadinanza, e i loro figli, nati cittadini italiani a Pisa, e cresciuti a Pisa, sono 'autoctoni' da tutti i punti di vista (giuridico, sociale, culturale). Sarà bene tenerlo presente, anche per evitare i facili slogan 'tornino a casa loro'".
"In secondo luogo - proseguono le associazioni - nessuno di loro ha scelto di abitare nei campi dove sono stati confinati (in Via Maggiore, a Coltano e altrove): si tratta infatti di luoghi invivibili, sporchi, lontani tanto dalla città quanto dalle opportunità di lavoro e di inserimento sociale. Le stesse casette del campo di Coltano, dipinte come bucoliche 'ville con giardino' da chi le ha viste solo da lontano, transitando fugacemente sull'Autostrada o sull'Aurelia, sono in realtà costruite con materiali fatiscenti, si allagano al primo scroscio d'acqua, e sono da tempo infestate dai topi. Infine, ed è forse il nodo più importante, nessuno sgombero, così come nessuno sfratto di persone o famiglie, siano esse italiane o straniere, 'nomadi' o stanziali, rom o non rom, può essere effettuato senza prima predisporre idonee alternative: case, appartamenti adeguati alle dimensioni dei nuclei, alloggi per tutti e tutte. Non siamo noi a dirlo, è la stessa 'legalità' tanto spesso (e tanto a sproposito) invocata dalle forze politiche che governano la città e l'Italia".
"Sì, parliamo proprio di legalità. Vi sono precise Convenzioni internazionali, firmate anche dal nostro paese, che definiscono gli standard degli sgomberi e degli sfratti: e che obbligano le amministrazioni a trovare soluzioni alternative, anche quando sgomberano insediamenti, campi o alloggi non autorizzati o 'abusivi'. Ce lo ha ricordato proprio in queste settimane la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, obbligando il Comune di Roma a sospendere lo sgombero dell'insediamento rom di Camping River: un obbligo disatteso dalla Giunta capitolina, con il plauso del Ministro dell'Interno in carica, cosa che comporterà nei prossimi mesi pesanti sanzioni contro il nostro paese".
"Non è possibile tornare a ragionare della questione dei campi a Pisa, senza tener conto di questi elementi di contesto. E sarà opportuno non agitare i soliti e facili slogan: 'prima gli italiani', 'invece di pensare ai rom, pensate prima alle nostre famiglie sfrattate', e così via. L'esperienza di questi anni, a Pisa come altrove, dimostra che l'accanimento contro i rom, o contro i richiedenti asilo, gli immigrati, gli stranieri, è spesso un comodo diversivo per non parlare di politiche sociali e abitative - concludono Africa Insieme e Rebeldìa - si sgomberano i campi, insomma, anche per non parlare delle fallimentari politiche sulla casa perseguite in tutti questi anni dai governi di diverso colore".