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I sindacati di Polizia insistono: "La sicurezza della Torre deve essere garantita dall'Esercito"

I rappresentanti del personale della Questura tornano sulla decisione di ridurre l'organico destinato al progetto 'Strade sicure'

Divampa la polemica politica dopo la denuncia, dei sindacati di polizia FSP Polizia di Stato, Lo Scudo e SAP, relativa alla soppressione del presidio fisso dei militari sotto la Torre di Pisa. I Segretari Provinciali (Lorenzo Cardogna, Pietro Taccogna e Luca Collecchi) nel ringraziare i partiti che hanno raccolto il grido di allarme e nell’auspicare un loro continuo impegno sul tema, ribadiscono "il proprio sconcerto per la decisione di eliminare la vigilanza dei militari davanti la Torre di Pisa, conseguente alla riduzione del numero dei militari del progetto 'Strade sicure' sceso da 7mila a 5mila, a partire da questo mese di luglio".

I sindacalisti chiedono "se la Torre di Pisa, ritenuta uno dei simboli dell’Italia nel mondo, sia ancora classificata come obiettivo sensibile in tema di terrorismo internazionale. Se così fosse, la decisione presa, è una scelta totalmente sbagliata considerato che ci sono sempre 5mila militari a presidiare gli obiettivi nazionali. Una scelta che avrà ripercussioni molto negative - proseguono i Segretari Provinciali - poiché innanzitutto va a gravare sugli attuali e già carenti organici di polizia, rischiando di compromettere gravemente il controllo del territorio". "Il fatto di impegnare, più o meno saltuariamente, personale delle Forze di polizia che hanno ben altri impegni e priorità, riduce la sicurezza dei cittadini pisani. Inoltre, i colleghi che si occuperanno della vigilanza non posseggono né la formazione, né gli equipaggiamenti e né i mezzi per affrontare determinati fenomeni".

"Auspichiamo un ripensamento sulla decisone o, in alternativa, un incremento di personale della Polizia di Stato attraverso l’istituzione di unità specializzate U.O.P.I. formate, equipaggiate e dedicate a prevenire azioni violente o di matrice terroristica. La nostra mobilitazione - concludono Cardogna, Collecchi e Taccogna - continuerà fino a quando non sarà trovata un’adeguata soluzione alla gravissima problematica che incide finanche sulla sicurezza dei colleghi".

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