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Cronaca Volterra

Volterra, estrazione salgemma: il sindaco scrive a Napolitano

Il primo cittadino Marco Buselli è preoccupato per la tenuta del sottosuolo nell'area delle cave. Inoltre porta all'attenzione del Capo dello Stato anche la questione della disparità di trattamento negli indennizzi

Il senso di impotenza nella questione della Solvay ha spinto il sindaco di Volterra Marco Buselli a scrivere una lettera al presidente della Repubblica affinchè intervenga nella vicenda dell'estrazione di salgemma dalle cave di Saline, esprimendo forte preoccupazione di fronte ai rischi per la tenuta del sottosuolo.

"L'attività mineraria - scrive Buselli al Capo dello Stato - provoca nel Comune di Volterra subsidenze, camini di collasso e altri fenomeni che impediscono uno sviluppo coerente e armonico del territorio. L'abitato di Saline è praticamente accerchiato dalle concessioni minerarie". Ciò che impensierisce Buselli non è solo la questione ambientale, ma anche quella degli indennizzi nella quale vede una disparità di trattamento con i vicini comuni geotermici che invece "ricevono un indennizzo proporzionato da Enel, anche sotto forma di posti di lavoro riservati, come compensazione, mentre Volterra non gode di criteri perequativi: circa 2 milioni di euro annui verrebbero versati a Stato e Regione, oltre a non avere ritorno occupazionale, pressoché rivolto unicamente al Comune di Rosignano, 40 km più a sud, dove risiede lo stabilimento di trasformazione della Solvay e dove sono occupate un migliaio di persone".

Buselli sottolinea anche che "un accordo del '96 tra Stato e Solvay decuplica la possibilita' di estrazione fino a livelli giudicati insostenibili, che secondo stime attendibili, provocheranno l'esaurimento del salgemma entro trent'anni" e che la multinazionale "preleva il 48% dell'acqua dal fiume Cecina con aggravi, di fatto, sugli usi civili e agricoli".
"Nessuna possibilità di arrivare ad una modifica degli accordi - prosegue il primo cittadino nella lettera a Napolitano - è stata possibiile in occasione del rinnovo delle concessioni che impegna appunto per trenta anni, vale a dire il tempo previsto per l’esaurimento delle riserve".

Insomma un nodo cruciale quella dell'estrazione dalle cave di Saline che, secondo Buselli, rappresenta un altro tassello della decadenza non giustificata né motivata di una città che è una delle più rappresentative della storia d’Italia e che solo negli anni sessanta era ancora ricca e importante.
 

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