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Cronaca

Incubo Keu: i veleni della 'ndrangheta in tutti i siti esaminati

E' quanto emerge dalla relazione dei consulenti della Dda di Firenze nell’ambito delle indagini sul traffico illecito di rifiuti industriali speciali che riguarda anche la provincia di Pisa

Cromo e altre sostanze chimiche inquinanti, rivelatori della presenza di Keu, la sostanza scarto della lavorazione delle concerie, sono stati trovati in tutti i siti esaminati dai consulenti della Dda di Firenze nell’ambito delle indagini dei Carabinieri forestali e del Noe sul traffico illecito di rifiuti industriali speciali da cui sarebbero emerse infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana.

Secondo quanto appreso, infatti, come riporta Firezetoday, sono arrivati sui tavoli degli investigatori i rapporti dei consulenti chimici che in estate hanno prelevato campioni nei terreni inquinati ed eseguito esami di laboratorio. I primi esiti sono di valori oltre la soglia ammessa dalla legge per queste sostanze nei siti già indagati nella prima fase dell’inchiesta.

Dove si trovano i siti inquinati

I siti trovati inquinati da Keu sono un deposito a Massarosa (Lucca), il sottostrada della Sr 429 a Empoli (con valori che sarebbero anche 26 volte superiori la norma), l’area ex Vacis a Pisa dove sono state fatte opere stradali e di urbanizzazione (qui il solo cromo risulterebbe 50 volte oltre la soglia), un’azienda con maneggio ai Lecci di Peccioli. Altri valori 20 volte superiori sarebbero stati rilevati nell’area di Crespina Lorenzana di Pisa nei pressi di cantieri dell’acquedotto.

Inquinati anche i riempimenti di infrastrutture logistiche all’aeroporto militare di Pisa ma già rimossi subito dopo le indagini. Valori fuori quota presso i due impianti della ditta di movimenti terra e inerti Lerose srl, nei comuni di Bucine (Arezzo) e Pontedera (Pisa), rispettivamente nelle frazioni di Levane e Gello. A Bucine sostanze rivelatrici di Keu (ma anche di arsenico) anche nell’urbanizzazione di un’area dove sono in costruzione villette.
Secondo quanto appreso, la relazione chimica è stata inviata a tutti i Comuni interessati e alla Regione per i provvedimenti necessari.

L'intervento della Regione

Mettere in atto tutte le azioni necessarie, pur nella complessità della situazione, a tutela prioritariamente di salute e ambiente. Così l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni, dopo che sono stati ufficialmente resi noti i risultati dei campionamenti effettuati dalla procura di Firenze relativamente ai siti contaminati da keu. Risultati che hanno confermato la presenza di contaminanti, spesso con valori ben oltre i limiti di legge, finiti non soltanto sotto la SR 429 ma in altri siti.

“Gli esiti dei campionamenti - ha detto Monni - certificano la presenza significativa di inquinanti in relazione all’utilizzo di riciclati contenenti keu: è quello che deriva dal puntuale e accurato lavoro svolto dall’autorità inquirente. Grazie anche all’importante lavoro di sindaci ed amministrazioni, stiamo procedendo con estrema risolutezza a mettere in sicurezza tutti i siti e a procedere alle necessarie e conseguenti attività di bonifica. Abbiamo dato, come noto, indicazione ad Arpat di svolgere tutte le attività tecniche-scientifiche necessarie. Ma abbiamo anche messo a disposizione dell’Agenzia risorse per svolgere ogni attività straordinaria necessaria, abbiamo nominato un commissario straordinario per garantire il massimo presidio rispetto all’intera vicenda, oltre che assicurare uno costante raccordo con i comuni interessati”.

“Comprendo la forte preoccupazione dei cittadini - ha aggiunto - che ci chiedono di mettere in campo di azioni incisive e risolutive, ma con trasparenza e responsabilità va sottolineato che ci troviamo davanti a procedure complesse. Mi preme pertanto assicurare che il lavoro di tutte le istituzioni è rivolto esclusivamente ad acquisire il massimo grado di informazioni e ad agire tempestivamente per tutelare in modo prioritario salute ed ambiente. Infine - ha concluso - su indicazione di Arpat sono stati definiti, intorno alla metà di settembre, gli interventi urgenti di messa in sicurezza secondo un criterio sito-specifico, proprio nell’ottica di assicurare la massima tutela ambientale”.

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