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Cronaca

Freddo & olivi: le piante risentono del clima, la produzione rischia il calo

Una raccolta già sotto la media potrebbe essere ulteriormente danneggiata dalle temperature di questo periodo, anche se è ancora presto per fare la conta dei danni

Il prolungamento delle temperature gelide preoccupa i produttori olivicoli toscani. Lo spettro della gelata del 1985, annus horribilis che nelle campagne ancora ben ricordano, è per fortuna lontano ma i timori per chi produce olio di oliva va di pari passo con l’abbassamento della colonnina di mercurio. Reduce da una campagna olivicola abbondantemente al di sotto del potenziale (-30/-40%) a causa del mix caldo-siccità, l’agricoltura toscana teme ora che le gelate siberiane ed i vari blizzard “raffreddino” ulteriormente i livelli di produzione.

A confermare la preoccupazioni è Fabrizio Filippi, Presidente del Consorzio Olio Extravergine Toscano Igp e Presidente Coldiretti Pisa che sta monitorando con attenzione la penetrazione delle gelate all’interno delle piante. La situazione è per ora sotto controllo in tutta la Toscana - circa 10 mila produttori (pari al 13% del totale), 300 frantoi (pari al 72%) e oltre 6 milioni le piante (su 15 milioni) quelle iscritte al Consorzio - ma ci sono già i primi inevitabili casi di olivi danneggiati. “La situazione è in continuo divenire - analizza Filippi - i primi effetti del freddo iniziano ad emergere dove le temperature sono scese sotto gli 8-10°. In alcune aree il peso della neve ha rotto i rami e provocato sciancature aumentando così il rischio di congelamento; in altre, il freddo è penetrato all’interno come accaduto nel Volterrano. A soffrire di più sono le piante giovani che sono notoriamente più sensibili al freddo e che per altro arrivano già da una stagione di stress provocato dal caldo. Queste temperature molto rigide non ci volevano”.

Una situazione particolare, sicuramente straordinaria dal punto di vista dell’altalena meteo, che rischia di incidere sulla prossima stagione: “E’ attualmente un’incognita - analizza ancora Filippi - la passata stagione, e questo è un dato certo, è stata drammatica dal punto di vista della produzione mentre c’è stata una tenuta della qualità. Il caldo e la siccità, il freddo e la neve stressano inevitabilmente le piante incidendo sulla loro capacità produttiva”. Se è presto per la conta dei danni probabili, non lo è invece per sperare in “tanto rumore per nulla”: “L’entità del danno va verificata al risveglio vegetativo e valutando la risposta della pianta - conclude Filippi - in questo momento è bene non fare nulla ed attendere il miglioramento delle temperature prima di mettere mano a potature ed azioni correttive”.

 

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