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Cronaca

Somaliland, è la volta buona per imboccare la strada della pacificazione: dopo 23 anni l’Italia e il Sant'Anna nello stato del Corno d’Africa

Nell'ambito di un progetto finanziato dal Ministero degli affari esteri: il contributo del nostro paese e del Sant'Anna fondamentale per far prevalere dialogo e convivenza civile in una delle aree critiche del mondo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Dopo 23 anni il nuovo progetto italiano per un corso di formazione nella capitale dell'autoproclamato stato indipendente del Somaliland, nel Corno d'Africa, sul tema del mantenimento della pace, appartiene alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, grazie al prof. Andrea de Guttry, docente di diritto internazionale: il 16 febbraio 2014 inizieranno le lezioni del corso "Introduction to peacebuilding and peace support operations for the civilian personnel" (Introduzione alle operazioni di mantenimento della pace) ospitato a Hargeisa. La formula per questo genere di corsi è stata testata in diverse occasioni, ma questo progetto assume peculiarità che lo rendono particolarmente interessante e lo fanno apparire come il frutto di una esperienza e di un processo di affinamento oramai ventennale, grazie all'impegno professionale di Andrea de Guttry, e come una nota di pregio del sistema Italia nel mondo.

L'iniziativa è stata realizzata nell'ambito di un progetto finanziato dal Ministero degli affari esteri, direzione generale per la mondializzazione e le questioni globali, e si inserisce in un programma più ampio di assistenza tecnica e di formazione che unisce la Farnesina alla Scuola Superiore Sant'Anna da tempo. In particolare, nell'ambito del progetto "Supporto dell'Italia alla componente civile dell'African stand-by force" il Sant'Anna ha sviluppato corsi in svariati contesti africani, dal Camerun al Ghana, dal Burundi al Rwanda, dall'Egitto al Sud Africa, dalla Sierra Leone all'Etiopia. Questa iniziativa rilancia e amplia l'impegno italiano e quello della ricerca su tutto il continente Africano. Alla vigilia della partenza, Andrea de Guttry sottolinea "l'importanza e la delicatezza dell'iniziativa che per l'Italia rappresenta un ritorno sul campo, in una veste nuova e con modalità inedite; per la Somalia costituisce un'ulteriore opportunità per imboccare in maniera definitiva una strada differente, in cui prevalgano le formule del dialogo e della pace".

Le lezioni si rivolgono a 45 partecipanti provenienti dal Somaliland e da altri Paesi del Corno d'Africa, per dotare gli ancora precari apparati di "governance" dei vari paesi dell'area e dell'Unione Africana delle competenze necessarie a prevenire, a gestire, a risolvere in maniera pacifica le sfide generate dal contesto regionale e da quello internazionale. Oltre alla natura e alle caratteristiche delle missioni di mantenimento della pace, il corso dedicherà attenzione al sistema africano di prevenzione dei conflitti (Unione Africana) e alle questioni connesse alla tutela e alla promozione dei diritti umani. A trarne beneficio saranno in primo luogo il sistema delle Nazioni Unite, che di recente hanno dispiegato in Somalia una missione di Caschi Blu, l'Unione Africana, anch'essa con una propria missione in Somalia, nonché i governi dei vari paesi del Corno d'Africa.

Alla cerimonia di apertura , prevista per il 16 febbraio all'Istituto per la pace e lo studio dei conflitti, dell'Università di Hargeisa, saranno presenti ben tre Ministri del governo del Somaliland: Sa'ad Ali Shire, Ministro per la pianificazione e presidente del consiglio direttivo dell'università di Hargeisa; Zamzam Abdi Adan, ministro dell'educazione, Hasan Abdi Madar, direttore generale dell'Ufficio della Presidenza

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