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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Droga 'depotenziata' e consegne a domicilio: cambia lo spaccio durante il lockdown

Sette i pusher finiti nei guai, insieme anche a cinque clienti indagati per favoreggiamento. L'attività aveva trovato nuovi sbocchi durante il lockdown: gli spacciatori erano riusciti a mettere a punto un sistema per eludere i controlli nelle strade deserte

Sono finiti nei guai sette tunisini che, come accertato dalla Polizia di Stato di Pisa in un’indagine eseguita dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica di Pisa avviata alla fine dello scorso anno, portavano avanti nei quartieri della stazione, di Riglione e del Cep, con espansione anche nel comune di Altopascio (Lucca), una fiorente attività di spaccio. Nuove leve, droga nascosta nei campi, consegne al domicilio dei clienti durante la pandemia e eroina 'depotenziata' per venire incontro alle esigenze economiche dei tossicodipendenti durante il lockdown. Questi alcuni escamotage messi a punto dalla banda criminale.

L’inchiesta, nata dall’ascolto di alcune intercettazioni avviate a seguito di un accoltellamento avvenuto nel giugno del 2020 alla stazione di Pisa nei confronti di un tunisino, che aveva portato dopo sei giorni al fermo di un connazionale con precedenti per droga con l’accusa di tentato omicidio, aveva consentito di aprire un fronte investigativo su una presunta attività di spaccio condotta da una famiglia tunisina nel territorio pisano.
Dopo la chiusura del fascicolo, con l’arresto per tentato omicidio, sono state avviate nuove indagini dalla Procura della Repubblica di Pisa, coordinate dal Sostituto Procuratore Egidio Celano, per individuare gli autori del presunto traffico illecito.
Durante l’inverno scorso, dopo intercettazioni, testimonianze, serrati pedinamenti e sequestri di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, la Squadra Mobile di Pisa, diretta dal vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita, è riuscita a ricostruire i meccanismi e le dinamiche di una nuova forma di spaccio, che nel frattempo si era dovuto adattare alle nuove esigenze dettate dal secondo lockdown e dal coprifuoco imposto dal Governo. A causa della crisi, incombente in molti settori, i consumatori di eroina maggiormente fidelizzati chiedevano agli spacciatori di fiducia al telefono dosi a minor prezzo e consegnate al domicilio. Questo aveva portato gli spacciatori ad aumentare la combinazione e la percentuale della sostanza da taglio abbassando il contenuto della percentuale del principio attivo stupefacente per ogni singola dose, guadagnando comunque ingenti profitti, attraverso l’abbattimento dei costi.

Dall’altra parte i clienti, soprattutto in arco serale, vincolati dalle limitazioni imposte per contenere la pandemia, pretendevano dai pusher consegne a domicilio che, molto furtivamente, venivano compiute in tutta Pisa dagli spacciatori utilizzando diversi espedienti, tra cui l’utilizzo di taxi e di mezzi pubblici, per evitare di essere fermati a bordo di veicoli durante le sere desolate in cui un veicolo privato in circolazione sarebbe stato ben visibile alle forze dell’ordine. Sebbene le consegne avvenissero sia all’interno che fuori comune, la base logistica della famiglia dei pusher era comunque il quartiere di Riglione, dal quale ogni giorno gli indagati partivano per procedere alle consegne programmate.
Nonostante i principali attori delle compravendite fossero tre fratelli, con precedenti di polizia specifici, le consegne, soprattutto quelle più distanti e perciò ritenute più rischiose, venivano comunque affidate a giovani parenti connazionali, da poco entrati in territorio nazionale e, pertanto, non conosciuti dalle forze dell’ordine.

Nel febbraio scorso, a seguito di un lungo pedinamento, gli uomini della Sezione narcotici e contrasto al crimine diffuso della Squadra Mobile riuscirono ad individuare il luogo dell’imbosco della sostanza stupefacente, collocato sotto terra all’interno di un campo agricolo alla periferia sud della città, sequestrando oltre 1 kg di eroina e riuscendo ad arrestare due membri della famiglia.
Le indagini sono poi proseguite ed hanno condotto, ieri, all’emissione da parte del Gip nei confronti di tutti gli indagati per spaccio, del provvedimento del divieto di dimora nella Provincia di Pisa.
Questa mattina nell’ambito delle perquisizioni condotte dalla Squadra Mobile di Pisa nei quartieri di Riglione, al Cep, a Cascina, e ad Altopascio (LU) dalla Squadra Mobile di Lucca, sono stati sequestrati agli indagati circa 8000 euro in contanti, provento dell’attività di spaccio, oltre a numerosa documentazione contabile riguardante l’attività criminale.

Nel registro degli indagati sono finiti, oltre ai sette destinatari delle misure, anche cinque tra i numerosi clienti dei pusher per il reato di favoreggiamento personale, poiché avrebbero riferito alla polizia giudiziaria delle informazioni false per coprire gli spacciatori di fiducia, alcuni chiedendo in cambio del silenzio mantenuto altra sostanza stupefacente.
Nei confronti dei destinatari delle misure cautelari saranno avviate dalla Divisione Anticrimine misure di prevenzione patrimoniali e personali, tra cui quella del daspo urbano. Per gli indagati irregolari saranno avviate le procedure di espulsione.

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