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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Vittorio Emanuele II

Provincia, lavoratori in agitazione: "Per noi tagli, per il segretario aumenti"

Paure e perplessità espresse dalla Rsu per il futuro dell'ente che sembra "in dismissione, affidato a sole figure tecniche con il mandato di eseguire tagli lineari alle categorie più basse dei lavoratori"

Esuberi di personale, stipendi a rischio, smantellamento dei servizi, riduzione del salario, mobilità interna senza regole è l’aria che si respira all’interno della Provincia di Pisa alla vigilia della modifica dell’assetto delle Province. Una brutta aria insomma che ha portato i lavoratori della Provincia di Pisa a dichiarare lo stato di agitazione.

I dipendenti provinciali, fortemente preoccupati per l’andamento dei servizi ai cittadini che sono ridotti all’osso in termini di risorse finanziarie e umane, denunciano che da mesi sono costretti ad operare in condizioni di estrema difficoltà in un quadro di riassetto incerto e con un arretramento della politica.

"L’ente Provincia sembra essere un ente in dismissione affidato a sole figure tecniche con il mandato di eseguire tagli lineari alle categorie più basse dei lavoratori salvaguardando la maggiore retribuzione di segretario generale, dirigenti e figure apicali (quadri) - affermano dalla Rsu della Provincia di Pisa - proprio il segretario generale, in qualità di capo delegazione trattante, ha annunciato un forte taglio del salario dei dipendenti, giustificando tale riduzione con le difficoltà economiche dell’ente". 

"La R.S.U. e le OO.SS. Cgil, Cisl e Uil non comprendono come mai, se le difficoltà economiche ci sono, pochi mesi fa al segretario generale è stato incrementato lo stipendio e nessun taglio è stato previsto per lo stipendio dei dirigenti e dei quadri - sottolineano dai sindacati - risulta inoltre che vengono trattenuti in servizio dirigenti e posizioni organizzative con i requisiti per il pensionamento. Nell’ente 54 posti di lavoro si perderanno per pensionamenti e prepensionamenti, 15 posti si perdono per trasferimenti avvenuti in altri enti, 135 colleghi andranno in regione e come se ciò non bastasse la Provincia entro il 31 ottobre deve presentare le quantità e i nomi dei colleghi in esubero destinati alla mobilità". "I colleghi parcheggiati in questa lista di mobilità aspetteranno la chiamata di qualche Comune - attaccano - che però hanno ben pochi posti da ricoprire a causa di normative che di fatto riducono ai minimi termini le facoltà assunzionali e quindi rischieranno il posto lavoro".

Preoccupazione anche per le sorti dei lavoratori dei Centri Impiego e per la Polizia Provinciale. "I lavoratori dei Centri Impiego - affermano ancora dalla Rsu - sono destinati ad un limbo, diventano lavoratori in soprannumero di cui si avvarrà la Regione Toscana per far funzionare i Centri Impiego in attesa che si concluda la riforma costituzionale e che si decida a chi passa la competenza del lavoro e che fine faranno i lavoratori. Per quanto riguarda la Polizia Provinciale 11 agenti su 17 invece saranno dichiarati in soprannumero, destinandoli ai Comuni, perderanno la loro specifica professionalità afferente la lotta ai reati ambientali che nessuno più eserciterà nel territorio".

Infine una situazione precaria anche per i lavoratori in appalto, come addetti alle pulizie ed uscieri, che temono di vedersi recapitare la lettera di licenziamento da un momento all’altro.

PRESIDIO. E oggi pomeriggio, dalle 14,30 alle 18,30, i lavoratori delle Province toscane terranno un presidio a Firenze davanti alla sede del Consiglio Regionale (via Cavour), che proprio oggi discute la legge regionale sul riordino delle Province. Contemporaneamente verrà attuato un presidio anche davanti alle sede dell’Upi della Toscana in via dei Pucci n° 4.
 

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