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Cronaca Fauglia

La Stella Maris a Fauglia chiude: "Servono 8 mesi per la nuova sede a Marina di Pisa"

La Commissione di controllo dell'Usl nega il prolungamento dell'attività nella struttura, l'ente risponde: "Ritardo non responsabilità dell'ente. Finiremo i lavori in tempo, sia data la proroga"

Il presidente della Stella Maris Giuliano Maffei e il direttore generale Roberto Cutajar ripercorrono la vicenda emersa nelle ultime ore, che vede la sede di Fauglia in procinto di chiudere. Il motivo è il rifiuto della Commissione di controllo dell'Usl di prorogare l'autorizzazione all'attività nella struttura di assistenza, in quanto non ritenuta idonea e perché la nuova sede di Marina di Pisa non è pronta. La scadenza, e quindi la chiusura, è fissata per metà novembre.

La preoccupazione è evidente, in particolare per le decine di assistiti e le loro famiglie. Maffei e Cutajar informano che i lavori alla Colonia Giotto a Marina di Pisa, la nuova sede acquistata nel 2013, stanno per partire. Il problema è sui tempi: "La Commissione non crede che ce la faremo per luglio 2020 a terminare la costruzione. Noi sì. Per questo il CdA della Fondazione ha deliberato lo stesso l'assegnazione alla ditta e l'inizio dei lavori, a fronte della notizia della proposta di chiusura. Ci auguriamo che la controversia su un periodo di 8 mesi di attività non vada a pregiudicare i rapporti ultradecennale sempre corretti, rispettosi e responsabili che la Stella Maris ha tenuto verso la Usl e la Regione. Consentire di proseguire le attività per gli otto mesi suppletivi necessari è semplicemente una decisione di buon senso perché la Fondazione ce la farà, i nostri ragazzi non devono subire il trauma di essere allontanati dalla loro casa ed il personale non deve andare incontro ad inutili sofferenze familiari".

Per comprendere meglio le tappe che hanno portato a questa situazione, Maffei e Cutajar ripercorrono tutta la vicenda della nuova sede: "Nel 2008 abbiamo presentato al Comune di Fauglia un progetto di costruzione di una nuova residenza sanitaria per disabili su un'area di proprietà della Fondazione, prospiciente l'attuale struttura a Montalto. Il progetto per cui erano stati stanziati 4 milioni di euro non andò in porto per difficoltà in merito alla convenzione da stipularsi con il Comune. Nel 2013 abbiamo acquistato la struttura Colonia Giotto a Marina di Pisa per ampliarla e ristrutturarla in modo da trasferirvi il Centro di Montalto. Purtroppo l'atto di acquisto si è potuto perfezionare solo nel 2017 (4 anni dopo) a causa di questioni di ordine amministrativo del venditore (Arcidiocesi di Firenze) nei confronti del Comune di Pisa. Dunque, è solo nel 2017 che abbiamo potuto operare per addivenire ai necessari permessi ed impostare appalto ed investimento".

"Nel 2017 - proseguono i due rappresentanti - sono iniziate le verifiche della Commissione di controllo dell'Usl nell'ambito delle quali abbiamo stimato in circa due anni il periodo di ottenimento dei permessi e di materiale costruzione della struttura, ovvero con una scadenza al novembre 2019. Si trattava di una stima di buon senso, una stima appunto, anche se molto precisa e certificata da un tecnico. Invece, in questi due anni accanto al normale iter dei permessi ed autorizzazioni è emersa la questione urbanistica relativa ad una vecchia ferrovia che collegava Livorno a Pisa. Tra pareri ed autorizzazioni relative (non previste nella stima di periodo del 2017) abbiamo perso circa 7 mesi sul cronoprogramma concordato. Sono quelli di cui abbiamo bisogno per realizzare la nuova struttura. Dunque, non è responsabilità o inerzia da parte dei Stella Maris che si è generato questo ritardo. In sostanza, il diniego della Commissione, fatto proprio dalla direzione dellUsl Toscana NO, non è al prosieguo della vita del Centro, questione che non si pone perché la stessa Stella Maris aveva deciso in tal senso ben prima del 2017 come visto, ma a far proseguire l'attività fino al luglio 2020, mese di conclusione dei lavori".

Insistono Maffei e Cutajar: "A nostro parere prima di un questione normativa (su cui abbiamo ben puntualizzato il supporto) continua ad essere semplicemente una questione di buon senso. Venerdì 2 agosto, il CdA della Fondazione ha individuato la ditta che farà i lavori, da gara di appalto, rispettando il cronoprogramma che avevamo mandato alla Commissione il 24 aprile che ricomprendeva il periodo aggiuntivo. I lavori sono tecnicamente eseguibili entro quella data perché prevedono una tecnologia di costruzione in acciaio, che ha tempi molto rapidi. Anche di questo abbiamo informato al Commissione. Precisiamo ancora che avevamo opposto un istanza di modifica in autotutela al parere negativo della Commissione che non citava nemmeno le normative applicate, mentre per converso abbiamo evidenziato tutte le normative e autorizzazioni che avevano permesso l’attività di Montalto con piena conformità normativa dell'attività dal 2003 a tutt'oggi e non senza requisiti come è stato scritto. L’ulteriore diniego anche a questa istanza è rimasto parimenti senza motivo normativo esplicitato".

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