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Cronaca

Olio: minori quantità ma la qualità è ok

I coltivatori già in estate hanno dovuto fare i conti con gli attacchi della mosca olearia. Preoccupazione di Coldiretti per la concorrenza sleale

Prim’olio di qualità ma stagione molto difficile per i 5mila olivicoltori pisani costretti a far fronte ai ripetuti attacchi della mosca olearia arrivata a 'mordere' fino a due piante su quattro. Non sarà ricordata per l’annata dell’abbondanza, sarà invece ricordata per quella della strenua difesa da parte dei produttori. La tempestiva reazione ai primi attacchi della mosca durante i mesi caldi, l’attenzione quotidiana e la crescente professionalità nella cura dell’oliveto consentiranno alle imprese di raccogliere olive e di produrre, anche quest’anno, un olio extravergine al 100% pisano e soprattutto di grande qualità. E di evitare una stagione che poteva essere disastrosa per la principale economia agricola della provincia di Pisa con i suoi quasi 8mila ettari destinati ad oliveto, più del doppio di quelli investiti a vigneto. Si produrrà meno olio, a causa delle rese minori, per preservare la qualità e garantire al consumatore e al mercato un prodotto all’altezza delle aspettative.
La stima sulla base dei dati Ismea/Unaprol è di Coldiretti che sta seguendo le ultime fasi della raccolta.

In Toscana la riduzione media di produzione si attesterà intorno alle 16mila tonnellate di olio, il 17% in meno pari a circa 3mila tonnellate. Molto più pesante invece la previsione a livello nazionale con il 38% in meno di raccolto. In provincia di Pisa la riduzione dovrebbe attestarsi tra il 20% ed il 30% a seconda delle aree. La produzione non sarà omogenea, al contrario, sarà molto altalenante tra una zona e l’altra. “La stagione non è stata delle più facili. La presenza della mosca, già a luglio, ha inciso così come l’andamento climatico, non dei più favorevoli, ma sarà un calo contenuto, in alcuni casi fisiologico, che non comprometterà la qualità del prodotto finale - analizza Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Pisa - chi aveva preso le contromisure in anticipo, già a giugno, ha salvato il raccolto, chi si è fatto prendere in contropiede avrà delle perdite anche sensibili. Preservata la qualità con tante aziende che certificheranno Igp”.

A preoccupare Coldiretti, più della mosca, sono la concorrenza sleale e la mancanza di trasparenza che sfruttano il brand Made in Italy senza averne alcun diritto e che rappresentano un danno per il vero olio di qualità prodotto invece dalle aziende locali: 2 bottiglie di olio su 3 contengono prodotto straniero proveniente per oltre il 60% dalla Spagna, il 25% dalla Grecia, ma per quasi il 10% da un paese extracomunitario come la Tunisia nonostante l’obbligatorietà di indicare in etichetta l’origine delle olive, così come al ristorante sono fuorilegge 3 contenitori di olio su 4 (76%) che non rispettano l’obbligo del tappo antirabbocco entrato in vigore quasi 2 anni fa con la legge europea 2013 bis. “Dubitate da confezioni di olio che costano pochi euro - spiega Aniello Ascolese, direttore Coldiretti Pisa - perché non state acquistando vero extravergine di oliva italiano franto con olive italiane. Leggete bene l’etichetta: a volte, per ingannare il consumatore, le scritte sono così piccole tanto da richiedere l’impiego di una lente di ingrandimento. Se c’è scritto 'miscele di oli di oliva comunitari', 'miscele di oli di oliva non comunitari' o 'miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari' non è tutto olio Made in Italy. Per essere sicuri di spendere bene i soldi per un prodotto basilare della nostra alimentazione che è anche un potente anti-tumorale, acquistate solo olio a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o acquistate direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica”.

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