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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Capodanno Pisano: dall'oblio alla riscoperta

Il calendario pisano restò in vigore per secoli fino al 1749, poi cadde nel dimenticatoio per quasi 200 anni. Ecco la storia di come è stato riscoperto

Il Capodanno Pisano è una festa religiosa che si celebra il 25 marzo di ogni anno in Cattedrale. In questo giorno il calendario cristiano festeggia l'Annunciazione a Maria Vergine e fin dal medioevo i pisani lo scelsero come primo giorno dell'anno. Per cui, l''annus pisanus' iniziava il 25 marzo e terminava il 24 marzo seguente. I pisani, almeno fin dal X secolo, decisero di far coincidere l'inizio dell'anno con l'Annunciazione a Maria Vergine (e quindi l'Incarnazione di Gesù), ossia 9 mesi prima del 25 dicembre.  

Il calendario pisano restò in vigore per secoli anche nelle terre che ricadevano in qualche modo sotto l'influenza della Repubblica di Pisa: durò fino al 20 novembre 1749, giorno in cui il Granduca di Toscana Francesco I di Lorena ordinò che in tutti gli Stati toscani il primo giorno del gennaio seguente avesse inizio l'anno 1750. Lo stato pisano si adeguò quindi all'uso del calendario gregoriano come il resto della Toscana.

La riscoperta

La tradizione venne riscoperta nel secondo dopoguerra e ripresa a partire dagli anni '80. A raccontare questa rinascita è Stefano Gianfaldoni, vicepresidente dell’associazione Amici del Gioco del Ponte e figlio di Paolo Gianfaldoni, scrittore e storico pisano che ebbe un ruolo importante in questa riscoperta. "Il primo che tornò a parlare del Capodanno Pisano - spiega Stefano Gianfaldoni - fu nel secondo dopoguerra monsignor Bramanti, un curato della Primaziale che propose uno studio su questa manifestazione. Era uno studio prettamente storico, in cui non si parlava ancora di ripristinare questa tradizione". 

Poi per alcuni decenni il Capodanno Pisano tornò nell'oblio. Il tema fu di nuovo affrontato negli anni '80 da Paolo Gianfaldoni. "Mio padre - prosegue Stefano Gianfaldoni - scrisse due articoli tra il 1982 e il 1983. Anche in questo caso erano studi storici, in cui si ricordava questo evento che per tanto tempo aveva caratterizzato la città di Pisa. La celebrazione riprese nel 1986 grazie a Francesco Capecchi e Umberto Moschini, allora presidente all’associazione Amici del Gioco del Ponte e  luogotenente di Mezzogiorno".

La tradizione è rimasta fino ai giorni nostri. "Per i successivi 13 anni - prosegue Gianfaldoni - la manifestazione fu organizzata dall'associazione Amici del Gioco del Ponte, che la fece crescere moltissimo. Poi nel '99 il Capodanno Pisano fu donato all'amministrazione comunale. Fu scelta una data simbolica: infatti il 25 marzo di quell'anno Pisa fu la prima città al mondo ad entrare nel nuovo millennio. Da allora l'amministrazione comunale ha investito moltissimo su questa manifestazione, coinvolgendo le scuole e il territorio provinciale e regionale, facendola crescere anche dal punto di vista turistico". 

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