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Cronaca

Donazione del fegato: così gli anziani permetteranno di azzerare la mortalità in lista d'attesa

Uno studio condotto dall'Aoup dimostra che i risultati di sopravvivenza nei trapianti effettuati con organi di persone ultranovantenni sono analoghi a quelli ottenuti utilizzando gli organi di donatori più giovani

Sulla rivista scientifica Liver Transplantation è stata pubblicata recentemente la prima esperienza mondiale di trapianto di fegato da donatori ultranovantenni. Lo studio è stato condotto nell’Unità operativa di Chirurgia epatica e del trapianto di fegato dell'Azienda ospedaliero universitaria pisana diretta dal professor Paolo De Simone e riporta sedici casi di trapianto eseguiti con organi di donatori di età superiore ai novanta anni. Gli autori dimostrano che i risultati di sopravvivenza sono del tutto analoghi a quelli ottenuti utilizzando organi di donatori più giovani.

Il progressivo innalzamento dell’età dei donatori di organi, che nel nostro Paese è ormai prossima ai 70 anni, ha spinto verso l'introduzione di strategie di ottimizzazione, senza rinunciare a considerare gli organi solo sulla base della loro età. "Il nostro lavoro - spiega il dottor Davide Ghinolfi, chirurgo della struttura e primo autore dell'articolo - dimostra che l'età del donatore non è di per sé una controindicazione al trapianto. Lo sono piuttosto le patologie (diabete, ipertensione, ecc) che il donatore porta con sé. Recentemente, uno studio americano ha evidenziato che i riceventi che rifiutano organi da donatori di età superiore ai 70 anni hanno un rischio di morire in lista d’attesa ben due volte superiore rispetto a coloro che li accettano. L'esperienza del gruppo di Pisa dimostra come sia possibile ridurre il rischio di mortalità o di fuoriuscita dalla lista d’attesa al di sotto del 3%, mentre negli USA questi valori sono rispettivamente del 12% e del 18,9%, ovvero oltre 2000 decessi l'anno".

Le reportistiche ufficiali illustrano come la Toscana sia la regione italiana con il maggior numero di donatori per abitanti. Si tratta del risultato delle politiche regionali sulla donazione e trapianto; del lavoro svolto in questi anni dall'Ott-Organizzazione toscana trapianti, diretta dal dottor Adriano Peris; dell’impegno dei professionisti della sanità e della generosità dei donatori e dei loro familiari.

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