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Cronaca

Tagli uffici postali, mobilitazione anche in Regione, Rossi: "Chiederemo il ritiro del Piano"

Dopo l'approvazione all'unanimità di una mozione che impegna la Giunta Regionale a lottare per bloccare il piano di chiusure e riduzioni di orario, anche il presidente della Regione dichiara guerra all'azienda: "Un atto che suona come un insulto"

Attivarsi per il mantenimento di un servizio essenziale, soprattutto per i territori marginali e montani e valutare anche forme di collaborazione con le amministrazioni locali nei casi in cui l'azienda cessi la sua attività. E' quanto chiede alla Giunta Regionale la mozione 'In merito al taglio prospettato di 61 uffici postali nel territorio regionale ed alla riduzione complessiva di organico in altri 37 sportelli', promossa dal gruppo Pd e approvata all'unanimità nella seduta di ieri del Consiglio Regionale. La prospettata chiusura degli uffici postali ha attivato la mobilitazione anche in provincia di Pisa, dove sono previsti 11 chiusure e 4 riduzioni di orario.

"Il piano di riorganizzazione presentato da Poste è preoccupante, la Toscana risulterebbe la regione più colpita dai tagli rispetto all'intero territorio nazionale - spiega Ivan Ferrucci, capogruppo del Pd in Regione - già nel 2012 era stata siglata un'intesa con Poste Italiane che portò ad una razionalizzazione dolorosa. E ora si prospettano nuovi tagli, con una decisione unilaterale dell'azienda che va a colpire soprattutto piccoli uffici postali in centri minori, spesso di montagna, ma comunque molti utili ai cittadini, soprattutto ad una popolazione già in difficoltà per la riduzione di servizi. Chiediamo, quindi - ha ricordato - un impegno concreto alla Giunta Regionale perchè si faccia portavoce delle esigenze di tanti territori che sarebbero fortemente penalizzati da questo piano e valuti anche forme di collaborazione con le varie amministrazioni locali per il mantenimento di un servizio cosi' importante".

IL PRESIDENTE ENRICO ROSSI. "Non passeranno i tagli agli uffici postali della Toscana". Così il governatore Enrico Rossi, davanti a circa 100 sindaci, ha sintetizzato la linea della Regione di fronte al piano di ristrutturazione di Poste che prevede la chiusura di 63 uffici e la riduzione di orario di altre 37 sportelli in Toscana. "Tagliare 63 uffici postali che costano pochi milioni - ha sottolineato durante il vertice con Anci e Uncem - è un atto che suona come insulto ai pensionati, agli anziani, a chi sta in montagna, a chi vive nelle parti meno accessibili ai flussi urbani. Ci batteremo insieme ai Comuni perchè questo piano scellerato non passi e perchè questa presenza dello Stato a garanzia di un servizio universale si mantenga. Per questo chiederemo a Poste il ritiro del Piano".

La riunione è servita anche a definire un piano d'azione: sin da oggi, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, Rossi coinvolgerà nella questione gli altri presidenti di Regione. Inoltre solleciterà un incontro al Governo (il ministero dell'Economia detiene il 65% di Poste) e all'amministratore di Poste Caio. A questi destinatari e ai parlamentari italiani sarà inviata una lettera sottoscritta, oltre che da Rossi, dai sindaci presenti alla riunione di ieri per richiedere lo stop al Piano. Infine si costituirà un esecutivo di questo movimento contro il taglio alle Poste per un aggiornamento costante sulla situazione e la definizione di altre iniziative.

"La nostra - ha affermato Rossi - non è una posizione irragionevole. In fatto di tagli la Toscana ha già dato, laddove è stato possibile tagliare lo si è già fatto nel 2012. Ma questa volta no: non siamo in presenza di un'azienda che ha buchi di bilancio, bensì di un'azienda che nel 2013 ha avuto oltre un miliardo di utili netto. Credo che si debba ragionare in termini di solidarietà come prevede la Costituzione per mantenere presenze fondamentali sul territorio".
 

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