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Cronaca

Manutenzioni della vegetazione lungo i fiumi: "No al taglio indiscriminato"

Le associazioni ambientaliste denunciano la pericolosità per l'ambiente e la sicurezza idraulica degli interventi fatti negli ultimi anni

Le associazioni ambientaliste della Toscana, Lipu, Fai, Italia Nostra Toscana, Legambiente, Wwf e Altura, lanciano l'allarme contro i tagli di alberi e vegetazione arbustiva e erbacea negli ambienti fluviali e nelle zone umide, in diverse zone della regione, in particolare lungo l'Arno.

Gli interventi, riferiscono le associazioni, sono avvenuti anche nelle scorse settimane, nel pieno della stagione riproduttiva degli animali. Un'attività che si ripeterebbe da tempo: "I lavori eseguiti negli ultimi anni - si legge nella nota - con conseguente distruzione della vegetazione ripariale (quella che sta in mezzo fra la terra e l'acqua ndr), hanno portato come risultato alla trasformazione dell'Arno e dei corsi d'acqua minori in canali totalmente privi di alberi, arbusti, canneti. Si tratta di una distruzione dell'habitat, e quindi di un danno al paesaggio ed alla biodiversità, che durerà nel tempo. A questo si aggiunge il disturbo alla fauna, e quando gli sfalci sono effettuati nei mesi primaverili, vengono sacrificate intere generazioni di uccelli, e non solo (farfalle ed altri insetti, piccoli mammiferi, rettili)".

Una situazione che minerebbe anche la sicurezza idraulica dei territori: "La vegetazione riparia non può essere considerata un ostacolo, in quanto svolge numerose funzioni per il mantenimento dell'integrità dell'ecosistema fluviale, ivi compreso il rallentamento dei deflussi importante per la riduzione della pericolosità idraulica, come si evince dalla letteratura tecnico-scientifica. Anche il Piano di Bacino, in relazione alla riduzione del rischio idraulico, prescrive che il controllo della vegetazione dovrebbe essere effettuato dietro dimostrata necessità, con tagli selettivi e rispettosi dell'ambiente e limitatamente a quella vegetazione che risulti a rischio eradicazione durante le piene".

Per le associazioni ambientaliste non c'è quindi sufficiente attenzione, non sarebbe stringente la normativa e nemmeno i controlli: "L'unico accorgimento realmente efficace sarebbe la presenza di ornitologo durante i lavori, da eseguire comunque con tagli selettivi e non con macchinari pesanti tonnellate e muniti di barre falcianti che sminuzzano tutto quanto incontrano. In ogni caso, questo genere di interventi in periodo primaverile, per il loro altissimo impatto, andrebbe limitato alle sole situazioni di somma urgenza".

"Se appare comprensibile la messa in sicurezza idraulica e la fruibilità delle sponde nei tratti cittadini - concludono le associazioni ambientaliste - non condividiamo l'avere posto in disparte la tutela dei corsi d'acqua in oltre l'80% del territorio regionale (quello esterno ad aree protette e siti Natura 2000), nonostante questi rappresentino corridoi ecologici, ricchi di biodiversità. Si sollecitano pertanto gli enti preposti (Regione, Genio Civile, Consorzi) a perseguire l'obiettivo primario di conciliare sicurezza e gestione dei corsi d'acqua e delle zone umide, in ottemperanza alle Direttive europee Alluvioni, Acque, Uccelli, Habitat, per il rispetto del patrimonio naturale".

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