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Tassa sui rifiuti, gestione e prezzi: le bollette aumentano ma i servizi migliorano?

L'Osservatorio prezzi e tariffe di CittadinzAttiva propone un interessante dossier sui dati e sulla gestione della raccolta differenziata nelle regione e città italiane

La gestione dei rifiuti è spesso emblematica delle contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: in molti casi il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori. La conseguenza di tutto ciò è che in Italia più del 50% dei rifiuti va ancora a finire in discarica, la raccolta differenziata stenta al Centro e al Sud e il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione del servizio, previsto dal 2008, è ancora un'utopia.

Così l'Osservatorio di CittadinanzAttiva propone un dossier sui dati della raccolta differenziata nelle varie regioni italiane: In Italia solo il 34% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea del 40%. La metà dei rifiuti prodotti finisce in discarica, ben 15 milioni di tonnellate ogni anno. Per quanto riguarda la produzione pro capite la media più elevata è quella del Centro (613 kg), segue il Nord (533kg) ed infine il Sud (495 kg). I target di rifiuti differenziati fissati dal decreto legislativo e dalla legge, prevedevano almeno il 60% entro il 2011 e almeno il 65% entro il 2012. Quindi la media italiana, che si è attestata intorno al 35% nel 2010, è ben lontana dai menzionati obiettivi.

L'Osservatorio prezzi e tariffe di CittadinanzAttiva, ha svolto anche un'indagine sui costi che i cittadini hanno sostenuto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel corso del 2012. Le indagini riguardano tutti i capoluoghi di provincia italiani e vengono effettuate prendendo come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.

Considerando i dati raccolti nei capoluoghi di provincia italiani relativi al 2012, è possibile affermare che in media, la nostra ipotetica rifiuti-3-2famiglia di riferimento, paga 253 euro in un anno per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Rispetto al 2011 l’aumento è stato del 2,8%. Gli importi sono tutti comprensivi di Iva  e addizionale provinciale (nel caso della TIA) e delle addizionali erariali e provinciali nel caso della TARSU, dove il totale da pagare è dato dal prodotto della tariffa a mq per il totale dei metri quadri; a tale importo va poi aggiunto il 10% di addizionale erariale e l’addizionale provinciale che è facoltativa e non può essere superiore al 5%.

Pisa ha un importo medio annuo di 278 euro, la Tarsu va a 2,42 euro, l'addizionale arariale è del 10% mentre e l'addizionale provinciale del 5%. Tra le principali principali variazioni 2011-2012, indipendentemente che si tratti di TIA o Tarsu, la Città della Torre si trova al 28° posto subito dopo Arezzo, con i seguenti dati: importo annuo 2012 di 278, importo annuo 2011 di 270 euro, variazione 2011/12 del 3% e la  variazione 2007-2012 è del 25%. Riassumendo nel 38% dei capoluoghi di provincia si sono verificati degli aumenti rispetto al 2011, nel 50% di essi le tariffe sono rimaste invariate e nel 12% sono diminuite.

Per quanto riguarda i dati territoriali specifici, come si può vedere nell'imamgine riportata, Pisa nel 2012 ha avuto una spesa media di 278 euro, nel 2011 di 270 e nel 2007 di 223. Quindi la variazione dell'ultimo anno è stata del +3%, mentre se si condisderano gli ultimi 5 anni del + 25%. Un altro dato da analizzare è la produzione pro capite dei rifiuti urbani (seguendo il criterio Kg/abitanti/anno): Pisa nel 2011 si attesta con 818, - l'1,3% rispetto al 2010. Invece la raccolta differenziata nello stesso anno è del 37,3% e rispetto al 2010 ha avuto un leggero aumento del +0,8%. Ora resta solo da capire se i cittadini pisani, ovviamente solo chi gestisce scrupolosamente la raccolta dei rifiuti, possono definirsi soddisfatti del servizio.

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