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Cronaca

Tavoli del ristorante fuori dalla Leopolda ritirati: non c'era stato l'avviso al Comune

Critiche sul caso da parte della consigliera comunale Olivia Picchi (Pd): "E' una storia di solidarietà, si poteva comunque sanare la situazione"

I tavolini all'esterno, per tornare a lavorare 'in presenza', come un ristorante vorrebbe sempre fare. Dopo una settimana, la possibilità viene interrotta per un problema burocratico. E' quanto successo in questi ultimi giorni al ristorante Kobe, in Piazza Guerrazzi: l'associazione che gestisce la Stazione Leopolda, lo scorso 11 maggio, aveva annuciato su Facebook come avesse "accolto la richiesta del ristorante che non dispone di uno spazio all'aperto dove effettuare il servizio ai tavoli. Fino al mese di giugno è possibile pranzare e cenare qui. L'utilizzo del piazzale avviene a titolo gratuito, nel rispetto delle indicazioni nazionali e comunali sulla concessione del suolo pubblico".

Tutto bene, all'inizio. Dopo qualche giorno però arriva lo stop da parte del Comune di Pisa. L'ufficio del patrimonio infatti ha inoltrato all'ente concessionario della Leopolda l'invito a "revocare con effetto immediato l'autorizzazione accordata" per "l'allestimento di un'area per la somministrazione di prodotti alimentari presso il piazzale in quanto non conforme alle finalità di cui all’art.1 della convenzione regolante i rapporti tra Comune di Pisa e concessionario e, comunque, eccedente il limite massimo temporale previsto dalla medesima convenzione". "Per il futuro - si legge nell'atto relativo alla (mancata) autorizzazione - si diffida il concessionario all'autorizzazione di attività non episodiche senza preventiva comunicazione al Comune di Pisa, ove tali attività non siano previste nel piano delle principali attività (art. 8 Convenzione), per consentire all'ente di esercitare le facoltà di cui all'ultimo comma dell'art. 8 e, a maggior ragione, quando tale piano non sia presentato". Le facoltà richiamate dall'atto sono quelle di richiedere ad esempio modifiche o integrazioni in ordine alle attività da svolgere.

"Inoltre - conclude l'atto dirigenziale - nell'autorizzare la concessione di spazi a terzi, il concessionario deve comunque rispettare le finalità di cui all'art. 1 della Convenzione". Le finalità sono quelle sociali, culturali e di aggregazione. Difficile quindi che possa rientrarvi l'attività di ristorazione. Ma nel contesto di ripartenza dopo una pandemia attuale, secondo la consigliera comunale del Pd Olivia Picchi, qualcosa si poteva fare. Picchi critica l'amministrazione: "Un ristorante che non ha spazi all'aperto chiede alla vicina Stazione Leopolda la possibilità di utilizzare il piazzale. La Leopolda lo concede subito, in maniera gratuita. Una storia di solidarietà e di impegno comune. Sicuramente la Leopolda ha pensato di fare un servizio alla città, di creare opportunità di lavoro, magari di veder spuntare anche qualche assunzione di camerieri o addetti alla cucina. L'entusiasmo di contribuire a ripartire, tutti insieme. La Giunta Conti non solo si disinteressa del tema ma, se accade che qualcuno con entusiasmo provi a contribuire a risolvere il problema, lo si ostacola".

Nel merito della contestazione formale Picchi sostiene che "nella diffida il tema è spostato sulla burocrazia, sulla mancanza di comunicazione al Comune etc. Tutto legittimo, ma sanabile. Visto l'emergenza, non sarebbe stato il caso di autorizzare l'operazione e permettere alle persone di lavorare? Davvero oggi si può parlare di 'fogli che non sono arrivati?'. Forse dipende dal fatto che per questa Giunta, per punto preso, la Leopolda deve stare chiusa e vuota, a prescindere se il mondo lotta contro una pandemia. Certo è che alla fine una bella storia di comunità chiude con un pessimo finale".

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