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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Carrara

Teatro Rossi: faccia a faccia tra occupanti e forze politiche

Nel corso di un incontro che si è svolto a Palazzo Gambacorti, è stata sottolineata l'importanza di uno spazio come quello del Rossi che potrebbe gradualmente diventare un vero e proprio laboratorio teatrale

Teatro Rossi, un patrimonio culturale da non perdere. Così, in sintesi, le conclusioni di un confronto a tutto campo sul futuro del Teatro Rossi che si è svolto lunedì scorso, 14 gennaio, in Comune, tra una delegazione degli occupanti dello stesso Teatro Rossi e l’assessore alla cultura del Comune di Pisa, Silvia Panichi, il direttore del Museo Nazionale di Palazzo Reale e del Museo Nazionale di San Matteo, Dario Matteoni, il presidente della commissione cultura del Comune di Pisa, Luigi Branchitta, i consiglieri comunali Mirella Bronzini (PDL), Massimo Balzi (FLI), Roberta Luperini (Libertà e Futuro) e Francesco Monceri, Marco Monaco, Marco Bani e Maria Chiara De Neri, questi ultimi tutti del Pd. 

Dopo una breve introduzione dello stesso Branchitta per il quale “Il Teatro Rossi è un sito culturale importante per tutta la città”, è intervento Dario Matteoni, che ha dichiarato che “Occorrono ingenti risorse per recuperare questo Teatro e proprio in questi giorni noi abbiamo presentato un progetto. Non  sarà una strada semplice e immediata ma che, però, non possiamo non intraprendere”.

“Il recupero del Teatro Rossi  - ha poi aggiunto l’assessore comunale Silvia Panichi - sta a cuore a tutti e nel corso degli anni non si è mai tralasciato di richiamare l'attenzione sul progetto di restauro. Si riteneva una bella opportunità quella di restituire a Pisa uno spazio teatrale da 400 posti per spettacoli di musica, di ballo, di prosa più sperimentale, che si perdono in un teatro da 850 poeti come il Verdi. Si può invece aprire un dibattito su una  serie di interventi  graduali, che diano, in tempi brevi, la possibilità di un utilizzo parziale del Rossi, con una connotazione di laboratorio teatrale collegato ad esperienze analoghe in altre città”.Dario Matteoni e Luigi Branchitta-2

“La produzione culturale della città - così hanno scritto gli occupanti del Teatro Rossi in un'apposita nota - vive carenze strutturali che riguardano sia la vita universitaria sia l’impostazione e limiti dell’offerta culturale cittadina. Carenze le cui cause sono di natura diversa: prima fra tutte la progressiva erosione delle risorse pubbliche, dall’altro investimenti poco oculati su spazi e strutture nei quali risulta difficile una reale apertura a momenti di ricerca e sperimentazione in ambito artistico e creativo. La nostra riflessione - conclude poi il documento - ha portato ad individuare il Teatro Rossi, vittima di pluridecennale abbandono e incuria, come lo spazio che, da ferita aperta del territorio, si trasformasse in luogo vivo, un bene comune partecipato in forma attiva dall’intera cittadinanza".

Con una nota è intervenuta anche la presidente del Consiglio Comunale Titina Maccioni, per la quale ”il Teatro Rossi deve tornare a vivere. E’ un bene prezioso di cui i pisani non possono fare a meno”.

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