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Cronaca Centro Storico / Piazza Facchini

Vendita Palazzo Ex Telecom, il Comune ci riprova: ecco il terzo bando di gara

Il prezzo base d'asta scende da 6,2 a 5,9 milioni di euro "alla luce - si legge nell'atto - dell'esito negativo delle precedenti procedure e del perdurare della fase stagnante del mercato immobiliare"

Nuovo bando di gara per il palazzo Ex Telecom. Il Comune ci riprova e per la terza volta nel giro di pochi mesi tenta di vendere il palazzo di Piazza Facchini, in passato sede degli uffici comunali e già al centro delle polemiche dopo il mancato acquisto da parte della Fondazione Pisa.  Il via libera al nuovo bando è contenuto in un documento firmato nei giorni scorsi dal dirigente dell’Edilizia pubblica-Patrimonio, Marco Guerrazzi. Questa volta il prezzo a base d'asta è di 5,9 milioni di euro, 300mila euro in meno rispetto all'ultima gara andata deserta. Una decisione presa "alla luce dell’esito negativo delle precedenti procedure, del perdurare della fase stagnante del mercato immobiliare locale e delle recenti valutazioni di fabbricati di consistenza analoga".

IL VALORE DI MERCATO DELL'IMMOBILE. La stima del palazzo ex Telecom (6,2 milioni di euro) è stata fatta dal Comune sulla base di una perizia sia dell’Agenzia del Territorio (5,9 milioni di euro, realizzata a dicembre 2014) che del funzionario tecnico incaricato dalla Direzione Patrimonio e Contratti (tra 6,2 e i 7 milioni di euro, aprile 2014).

I PRECEDENTI BANDI. Il primo tentativo di vendita dell'immobile da parte dell'amministrazione risale a giugno scorso e aveva scatenato le polemiche delle opposizioni. In quel caso la base d'asta era di 6,2 milioni di euro, ma era prevista la possibilità di accettare offerte con un ribasso fino al 20%. Un ribasso eccessivo secondo le opposizioni, che parlarono di tentativo di svendita dell'immobile. L'unico acquirente a farsi avanti fu la Fondazione Pisa, con un'offerta di 5,2 milioni di euro (16,3% di ribasso). Tutto sembrava fatto poi, forse anche in seguito alle polemiche politiche, il Comune cambiò idea e considerò l'offerta troppo bassa.

Il secondo bando è del settembre scorso. La base d'asta, anche in questo caso, era di 6,2 milioni di euro con una possibilità di ribasso fino al 3%. La gara finì deserta ma non mancarono, anche in questo caso, le polemiche di natura politica, con le opposizioni che accusarono il Comune di aver scritto il primo bando "ad hoc per la Fondazione Pisa", sottolineando poi tutta una serie di presunte anomalie che avrebbero caratterizzato la prima gara. Ucic-Prc, in particolare, accusò l'amministrazione di aver portato avanti "una maldestra operazione liberando in fretta e furia l'immobile dagli uffici comunali e ottenendo un doppio risultato": "un immobile vuoto e che rimarrà abbandonato per chissà quanto tempo" e "un ammanco di centinaia di migliaia di euro di risorse spese per il trasloco degli uffici da Piazza Facchini, per la loro riorganizzazione negli altri edifici e per l’acquisto dei nuovi uffici della Sepi alla Sesta Porta".


 

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