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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Lockdown morbido, sei Regioni a rischio arancione: c'è anche la Toscana

La decisione dovrebbe arrivare tra lunedì e martedì sulla base dei 21 indicatori stabiliti dal Governo

Veneto, Campania, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria sono le sei regioni che, come riporta Today.it, rischiano di diventare zona arancione e di trovarsi nel lockdown 'morbido' con un'ordinanza del Ministero della Salute che però deve prima attendere i risultati del monitoraggio dei 21 indicatori e degli scenari dell'Istituto Superiore di Sanità il cui invio è stato rimandato a oggi. E per un motivo abbastanza curioso: gli enti locali non hanno inviato i numeri necessari per effettuare i calcoli e prendere le decisioni.

Lockdown morbido: le sei regioni verso la zona arancione

E così il 'Report 25' che era atteso per domenica sera allo scopo di consentire di prendere una decisione già in serata o al più tardi stamattina, lunedì 9 novembre, finisce per tardare. Portandosi dietro anche un inedito toto-regioni, visto che mentre l'Alto Adige ieri ha deciso di dichiarare la zona rossa sul suo territorio, c'è confusione sulla possibilità di dichiarare la zona arancione in tutti i territori che sono attualmente a rischio. E visto che si tratta di una decisione 'politica', alla fine è molto probabile che conteranno anche altri fattori oltre ai numeri. Il tutto accade mentre l'ultimo bollettino della Protezione civile riporta 32.616 nuovi casi, con circa 191mila tamponi (circa 40mila meno di ieri), e 331 decessi. Sono 115 i pazienti in terapia intensiva in più rispetto a sabato: il totale sale a 2.749. Lombardia (+6.318), Campania (+4.601) e Piemonte (+3.884) sono le regioni con l’incremento più alto di casi nell’ultima giornata. E mentre la Fnomceo, Federazione degli ordini dei medici, chiede il lockdown per tutto il Paese.

Zona gialla, arancione e rossa: le misure previste

Andiamo con ordine, segnalando prima di tutto l'inconsueto ritardo nella comunicazione dei numeri. La Cabina di Regia per il monitoraggio della pandemia nelle Regioni era stata fissata per sabato e poi spostata a domenica: il motivo del rinvio risiede nel fatto che gli assessorati regionali alla Salute di solito comunicano i numeri nei primi tre giorni della settimana e per questo la riunione tecnica si svolge il venerdì. La settimana scorsa però erano appena state dichiarate le zone rosse, arancioni e gialle in seguito al Dpcm 3 novembre ed effettuare il monitoraggio nello stesso periodo avrebbe significato dover cambiare dopo pochi giorni tutto lo schema. Per questo si è deciso di slittare. Ma nel frattempo alcuni hanno inviato indicatori incompleti oppure anomali.
Ufficialmente nella fase di validazione dei dati da parte delle stesse Regioni, per la quale è prevista una tempistica massima di 24 ore, alcune hanno chiesto più tempo. Il Governo, che vuole evitare problemi, sembra aver concesso la richiesta di proroga per dare modo ai territori di far arrivare tutti i dati necessari, per poi decidere le nuove misure. "C'è un rapporto serio tra le Istituzioni e sarebbe un reato grave dare dei dati falsi", ha detto comunque ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, che torna sull'argomento delle restrizioni: "Il Dpcm che abbiamo approvato da cui derivano le ordinanze che io firmo è stato condiviso da tutto il Governo" e "non penso che sia un lavoro sporco firmare un'ordinanza che impone delle restrizioni, credo che sia un lavoro nobilissimo". 

Report 25: quali Regioni rischiano la zona arancione

In questa ottica , come detto, le Regioni che presentano dati allarmanti sono Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Campania. Dunque anche la nostra Regione rischia di essere declassata a zona arancione con maggior limitazioni che entreranno in vigore, su tutte la chiusura di bar e ristoranti e il divieto di entrata e uscita dalla Regione e da un Comune all'altro.
 

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