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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Porta a Lucca

Trent'anni dalla scomparsa di don Mario Agosta, sacerdote salesiano

Il 13 dicembre saranno 30 anni dalla morte di don Mario Agosta, salesiano, parroco a Marina di Pisa dal 1965 al 1979; gli amici e la comunità parrocchiale lo ricorderanno con una santa messa nella chiesa di Sant’Apollinare a Barbaricina alle ore 21,00 di martedì 13 dicembre che sarà celebrata da don Claudio Bullo che di don Agosta è stato parrocchiano dove ha maturato la sua vocazione sacerdotale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Don Mario era nato a Firenze il 17 gennaio 1916 dove frequenta le classi ginnasiali dai Salesiani e a sedici anni Varazze lo accoglie per il Noviziato iniziando quella vita che aveva ammirata nei suoi superiori sull’esempio di San Giovanni Bosco. Il percorso di studi liceali si conclude a Fogliazzo dove nel giovane chierico si evidenzia l’intelligenza e l’amore per Dante e la sua Commedia. Il 29 Giugno 1943, a Bagnolo Piemonte, diventa sacerdote e lo troviamo a Figline Valdarno fino al 1947, poi a La Spezia-Canaletto, Genova Sampierdarena e ancora a Figline come direttore dell’opera. Nel 1961 è a Colle Val d’Elsa e nel 1965 arriva nella nostra diocesi come direttore dell’Istituto di Marina di Pisa. Ci piace ricordarlo con le parole dei suoi confratelli della Comunità Salesiana di Varazze nel trigesimo della sua scomparsa avvenuta il 13 dicembre 1992: «Sono quattordici gli anni di quel ministero, caratterizzati da un vigore apostolico, dalla predicazione sostanziosa e assidua, dall’animazione appassionata delle associazioni dei giovani e degli adulti. Il grande affetto, ancora presente in Marina di Pisa per i Salesiani, cui si accompagna il rammarico di non averli più compagni di strada, è da ritenersi originato prima dalla paterna bontà di don Aldo Fantozzi e quindi dal generoso dinamismo apostolico di don Mario Agosta». E ancora: «Il 27 settembre 1979, nella sua lettera di commiato così si rivolgeva ai parrocchiani: “Prima di lasciare la parrocchia di Marina, dopo quattordici anni di lavoro, sento il bisogno di dirvi ancora una parola… e vi scrivo in nome di Gesù Eucaristico, di fronte al quale mi trovo nel silenzio della notte, che precede la mia partenza…”. E così concludeva: “Quando sentirete l’annuncio della mia morte, pregate per me. Arrivederci in Paradiso!» Del suo generoso dinamismo resta tutto quello che ha seminato e lasciato nel ricordo di quelli che lo hanno avuto come parroco e educatore specialmente nei difficili anni ’70 del secolo scorso che don Agosta ha attraversato con la sicurezza della sua fedeltà al Magistero della Chiesa che si riconosce nel suo motto: “conoscere, diffondere, difendere”. «“Partire è un po’ morire”, e non è certo questa una figura retorica, quando si devono smembrare due organismi, divenuti uno solo per la prolungata simbiosi. Il cuore sanguina, ma don Mario sente che l’urgenza del suo Sacerdozio non gli consente pause da riempire con sterili rimpianti. La consegna di Gesù, “Andate e predicate il Vangelo a tutte le genti” resta in vigore per ogni stagione della vita ed egli deve continuare ad evangelizzare anche nel nuovo territorio assegnatogli dai superiori. (…) Tenendo sempre in mente le parole che Dante mette in bocca a Piccarda (Par. III, 85): “E’n la sua volontade è nostra pace”». Queste sono le sue ultime cose che ha scritto e che vogliamo prendere come il suo testamento: “Sentendo diminuire le mie forze, ancora in pieno possesso delle mie facoltà, mi rivolgo a Te, Signore, e a tutti quelli con i quali ho vissuto e per i quali ho agito. Rinnovo profondamente tutta la mia Fede in Te, mio Dio creatore, in Te, Gesù, mio salvatore, in Te, Spirito, mio amore! Credo tutte le verità cattoliche contenute nella Bibbia e nella Tradizione e trasmesse dal Magistero della tua e mia Chiesa. Per esse, qualora Tu mi conceda ancora vita, voglio dedicare la mia esperienza diffondendole e difendendole. Rivivo sinceramente tutta la mia speranza in Te, Signore! Per la tua bontà immensa, per le tue promesse sicure, per i meriti della tua Redenzione, ho fiducia di essere introdotto nella “Vita” per mezzo del tuo aiuto e della tua grazia, che non mi farai mancare in questo mio ultimo ‘cammino’. Attesto ancora una volta la mia dedizione a Te, ragione della mia vita e fonte del mio amore, rinnovando l’atto di Carità verso Te, bellezza sempre antica e sempre nuova, Dio della mia giovinezza, che solo amore e luce hai per confine! Sempre per te, tutto il lavoro, il sacrificio, i disagi, le fatiche per venire incontro ai miei e tuoi fratelli! Riconosco anche asprezze, indecisioni, neghittosità e distrazioni nei confronti dei miei fratelli. Di tutta questa fragilità, di cui sento sincero dolore, Ti chiedo scusa! Ti offro in riparazione le sofferenze di questi miei ultimi giorni terreni, chiedendoTi la grazia più importante: che io possa raggiungerti, quando che sia, nel tuo regno di gioia infinita. Vergine Santa, Maria, Immacolata e Ausiliatrice, aiutami, ora e nell’ora della mia morte. Amen”.

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