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Cronaca

Troppi appalti senza reali tutele dei lavoratori a Pisa e provincia: l'intervento dei Cobas

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Il ragionamento da fare - dicono Salvatore Bonavoglia e Sandro Giacomelli -  è piu’ complesso e riguarda tutti gli appalti, in ogni rinnovo o nel cambio di ditta appaltatrice padroni, cooperative e sindacati compiacenti provano a rimettere in discussione i posti di lavoro,  a ridurre  il monte ore e le retribuzioni, a peggiorare le condizioni di lavoro e la stessa qualità del servizio. Ci sono cambi in arrivo negli enti pubblici che riguardano in tutto alcune migliaia di lavoratori\trici.

Non bastano le clausole sociali presenti nei contratti nazionali, questo distingue i cobas da cgil cisl uil

Aspettare l’esito della gara di appalto è sbagliato, occorre attivarsi prima, per condizionare il contratto tra appaltante e appaltatore, perché esso abbia contenuti che tutelino il posto di lavoro e le condizioni lavorative, il monte ore e il salario. Inoltre, visto che dal 7 marzo 2015 è in vigore per gli assunti dopo questa data (tale è chi viene licenziato dalla ditta uscente e assunto da quella entrante) il decreto legislativo n. 23 (che altro non è che il jobs act in materia di licenziamenti), assume particolare importanza il fatto che il capitolato di appalto bypassi quel decreto e rinvii in questa materia all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Articolo 18 che è stato, sì, depotenziato dalla legge Fornero nel 2012, ma non permette, come invece li permette quel decreto(le tutele crescenti per intendersi), i licenziamenti senza “giusta causa” o “giustificato motivo”.

Ma perchè non funzionano le clausole?
Non sono sufficienti. La  salvaguardia subordinata all’ammontare delle risorse economiche che, per effetto del contratto di appalto, la ditta appaltatrice riceve dall’appaltante: una salvaguardia, cioè, aperta all’eventualità di riduzione del personale e/o del monte ore con relativa perdita salariale, aperta alla messa in discussione dell’inquadramento professionale, compreso il demansionamento col conseguente svantaggio retributivo.

Una clausola sociale, quindi, che, in epoca di galoppante assegnazione di appalti basata sul criterio del “massimo ribasso”, ridimensiona pesantemente il significato che superficialmente le viene talora attribuito ma resta comunque il punto di partenza per la tutela vera dell’occupazione, dei diritti, del salario, per la difesa dai licenziamenti. Con la nuova legge sugli appalti e la fine del massimo ribasso subentra l'offerta piu' vantaggiosa ma i criteri che la guideranno restano ignoti, ricordiamo poi che il personale a tempo determinato nei cambi di appalti vanta zero diritti e questo ci pare inaccettabile

Questi gli obiettivi dei cobas:

- Non applicazione del Dlgs. 23/2015 (tutele crescentidel jobs act). E' possibile un accordo che non ne preveda la applicazione

- Mantenimento clausola sociale in tutti i cambi appalto e tutela anche del personale a tempo determinato

- Prevalente applicazione del CCNLdi miglior favore per scongiurare il pericolo che la ditta subentrante applichi un contratto con minore salario e diritti

- Responsabilità solidale in capo alla ditta/ente appaltante per l’intero ciclo lavorativo.

 

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