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Cronaca Pontedera

Pontedera, truffata associazione sportiva: 10mila euro prelevati dal conto

La Polizia ha fermato un 38enne del Benin che aveva messo in piedi la truffa, attraverso un falso sito di una nota banca. Quando i responsabili dell'associazione hanno inserito i propri codici, è stato semplice utilizzarli sulla vera homepage dell'istituto di credito

Si è conclusa con successo un’indagine, seguita dal Commissariato di Polizia di Pontedera, nata dopo una denuncia di truffa telematica, che ha portato all’individuazione di un cittadino del Benin, D.K. di 38 anni, residente a Lodi, responsabile del reato di riciclaggio internazionale di denaro.

Il tutto era partito appunto dalla denuncia presentata nei giorni scorsi dai responsabili di un’associazione sportiva di Pontedera, che hanno riferito di aver subito un prelievo di circa 10mila euro sul conto corrente dell’associazione, tramite il sistema fraudolento denominato phishing. Il prelievo è avvenuto clonando la pagina iniziale di una nota banca, presso cui l’associazione detiene il proprio conto corrente, ed aspettando che l’ignaro cliente inserisse i propri codici, carpiti i quali, è stato facile per gli autori della frode informatica trasferire il denaro presente sul conto del cittadino africano residente a Lodi, aperto per l’occasione.

Avuta la disponibilità del denaro, lo stesso ne ha trasferito la parte netta, oltre 7 mila euro, su un altro conto, probabilmente in Africa, sul quale sono ancora in corso indagini, trattenendo la sua percentuale.

Quando, dopo pochi giorni, il 38enne si è recato in banca a Lodi per estinguere il conto, ha trovato ad attenderlo la Squadra Mobile, opportunamente allertata dalla Polizia pontederese. L'uomo è stato fermato e messo a disposizione della Procura della Repubblica per riciclaggio internazionale di denaro proveniente da delitto, dopo una perquisizione nella sua casa ed aver acquisito ulteriori elementi utili alle indagini.

E’ emerso, infatti, che il cittadino del Benin è in contatto con personaggi che vivono in Inghilterra che gli hanno commissionato 'il lavoro', istruendolo, dietro compenso di una parte del provento della truffa, sulle modalità con cui aprire il conto corrente, fare alcune operazioni per testare l’operatività del conto, attendere l’arrivo del denaro, trasferirlo su altri conti esteri e chiudere il conto.

Purtroppo questa volta non hanno valutato la possibilità di una tempestiva risposta della Polizia che ha bloccato (purtroppo solo) il truffatore residente in Italia, che ora rischia una pesante condanna, compresa tra i 4 e i 12 anni di reclusione.

Le indagini continuano in ambito internazionale, con mirate rogatorie, con l’obiettivo di ricostruire la rete dei truffatori e possibilmente di sequestrare o quantomeno di bloccare gli ingenti proventi di queste frodi, delle quali colpisce, in particolare, la transnazionalità, la capacità tecnico operativa dei soggetti e l’articolata divisione dei compiti.

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