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Cronaca

Truffa internazionale scoperta dalla Finanza di Pisa: arresti e sequestri milionari

E' l'operazione 'Flower 2': 6 arresti, 22 indagati, bloccati 11 milioni di euro di beni sequestrati su una previsione di 32 milioni. Contestata l'associazione a delinquere transnazionale con l'esercizio abusivo dell'attività finanziaria e la truffa

Un'associazione a delinquere in grado di raggirare oltre 500 imprenditori per un patrimonio illecito accumulato pari a 32 milioni di euro. Operava sfruttando le pratiche e procedure del mercato finanziario, creando società-burattino che millantavano la proprietà di ricchi titoli finanziari, nei fatti realmente esistenti ma non in loro possesso, che poi venivano venduti od affittati ai clienti. Alcune vittime hanno pagato oltre un milione di euro senza poi ricevere nulla. I clienti erano società e imprese che avrebbero poi usato tale copertura finanziaria per chiedere prestiti alle banche che prima si rifiutavano di farlo, magari perché non erano in grado di prestare sufficienti garanzie.

L'operazione condotta dalla Procura della Repubblica di Pisa insieme alla Guardia di Finanza di Pisa e al suo nucleo di Polizia Tributaria è denominata 'Flower 2', con l'indagine iniziata circa 2 anni e mezzo fa nel 2012. Riguarda fatti risalenti, tanto che l'enorme patrimonio di 32 milioni indicato nel decreto di sequestro preventivo si calcola sia stato accumulato nel corso di più di 10 anni. Soldi transitati su decine di conti correnti e dislocati in vari paradisi fiscali. In manette sono finite 6 persone, una delle quali residente in provincia di Pisa. E proprio da questo soggetto è iniziato l'accertamento che ha portato allo scoperchiamento di una truffa dalla portata mondiale.

L'associazione a delinquere, composta in questo caso da italiani, aveva infatti contatti con altre associazioni simili in ogni parte del pianeta. Cina, Taiwan, Australia, Usa. Gli accertamenti, oltre ad intercettazioni e perquisizioni, sono stati fatti tramite rogatorie internazionali, con la collabroazione dell'unità europea di cooperazione 'Eurojust', negli Usa con l'Fbi di Los Angeles e la 'Security Exchange Commission' dell'Alabama, nel Regno Unito con la 'Serous Fraud Office' di Londra. E' con quest'ultima che si è riusciti a risalire ad un commercialista italiano residente nella City, il quale forniva col suo studio nella capitale la base logistica dell'associazione criminale.

IL MECCANISMO. A spiegare i dettagli sono stati il Procuratore Capo Alessandro Crini, il Sostituto Procuratore che ha diretto le indagini Giancarlo Dominijanni, il Comandante provinciale della Gdf coll. Gregorio Iuzzolino e il Comandante della sezione di Polizia Tributaria Gdf ten. coll. Giuseppe Dell'Anna. "Tutto è partito da un primo accertamento in provincia di Pisa - racconta Dominijanni - abbiamo trovato dopo una perquisizione dei dati cancellati su un pc su attività di intermediazione finanziaria con versamenti regolari di 20/30 mila euro. Il soggetto non era abilitato a questa attività, così è iniziata l'analisi".

Si è via via scoperto che il sodalizio, accedendo alle piattaforme del mercato finanziario con abbonamenti di visione, andava alla ricerca di titoli finanziari realmente esistenti per poi falsificarne l'intestazione, mostrandosi così proprietario degli stessi. Tramite proprie società create ad hoc affidava poi mandato a broker finanziari, alcuni compiacenti altri addirittura ignari, di piazzare questi prodotti, configurando anche il reato di esercizio abusivo di attività finanziaria. "Lo scopo iniziale - spiega il Sostituto Procuratore - era quello di farsi pagare la 'call option', cioè la caparra per avere il titolo. Tale passaggio costava sempre fra i 20 e i 30mila euro e serviva una terza società che facesse da garante, ovviamente anche questa faceva parte del sodalizio".

Un sistema perfettamente integrato nelle dinamiche del mercato finanziario, tale da apparire del tutto lecito, perfino competitivo, dato che questa pratica avrebbe permesso ai clienti di ottenere poi credito integrando i requisiti chiesti dalle banche. Ma questa era solo la prima fase. "Una volta pagata l'opzione - continua il magistrato - si poteva arrivare al pagamento dell'affitto stesso del titolo, nel caso in cui il cliente non si accorgeva della truffa. Una volta accaduto, o prima nel caso di solo pagamento dell'opzione, le società truffaldine erano abili a prendere tempo parlando di problemi burocratici o dileguarsi. Ci sono truffati addirittura che non sanno ancora di essere vittima di raggiro".

"Rendiamo pubblico il tutto - ha detto il Procuratore Capo Crini - anche per rendere noto il problema ed invitare chi può essersi trovato in questa situazione a renderci dichiarazioni. Non tutto può dirsi emerso. Quello che riferiamo è di operazioni accertate, ci sono molte altre degli stessi soggetti che possiamo presupporre siano della stessa natura".

I NUMERI IN BREVE: 22 indagati per reati di associazione a delinquere transnazionale finalizzata all'esercizio abusivo dell'attività finanziaria e la truffa, 6 arresti, decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per 32 milioni di euro. In Italia e all'estero bloccati beni per 11 milioni, fra cui: 33 immobili, 10 terreni, 9 autovetture, 24 società, conti correnti-denaro-titoli per 200mila euro.

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